
Aprire una via e poi ritracciarla. Da โOBEโ a โMayaโ, il disc jockey, beatmaker e produttore Mace ha fatto capire ancora una volta di essere a un livello superiore per idee, produzione e coinvolgimento.
Quello che fu nel 2021 รจ stato rifatto, ma questa volta in maniera diversa nel 2024, in un viaggio che si รจ concretizzato in questi giorni, ma che evidentemente ha preso tempo e forma in questi anni. Mettere insieme suoni, testi, artisti: fare musica e farla alla โvecchia manieraโ, per certi versi, come rivelato dallo stesso Simone Benussi (nome allโanagrafe di Mace), ossia circondandosi di musicisti e cantanti conosciuti e di altri pronti a decollare in unโideale rampa di lancio; in un ambiente comunitario, allโinterno di un casolare in Toscana dove questo album ha mosso i suoi primi passi.
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Mace, il druido del suono
Lโattesa era giร alta dallโuscita della tracklist e dallo svelamento dei featuring. Mettere insieme 28 artisti: Mace crea โlโacquolina in boccaโ, lโhype, perchรฉ prima di ascoltare ogni singola canzone pensi a cosa ci possa essere dentro quelle che diventano vere e proprie stanze di ascolto. Agganciate, saldate, dalle sue produzioni e dai testi e dalle voci degli artisti coinvolti.
Il ventaglio รจ totale, lโeffetto รจ impronosticabile: lโurban si โsporcaโ fino quasi a diventare cattivo, il rap vive nella sua connotazione piรน introspettiva, mentre quelle โspruzzate di indie-popโ che si trovano diventano combustione e scorrimento per un album che ha la capacitร di trasportarti continuamente in nuovi ambienti risultando sempre piacevole e riflessivo in tutta la sua ora e piรน di prodotto. โMayaโ รจ fatto per rimanere, cattura: piรน lo si ascolta e piรน lo si scopre, prima seguendo lโordine logico della tracklist e poi andando ad appoggiarsi ai propri personali capisaldi.
