Mahmood: «”Tuta Gold” è un ritorno al mio passato di sofferenza»

Mahmood - Foto di Jack Bridgland
Mahmood – Foto di Jack Bridgland

Vincitore nel 2019 con “Soldi” e nel 2022 con “Brividi” in coppia con Blanco, ora Mahmood arriva per la terza volta sul palco di Sanremo con “Tuta Gold” per tentare il tris e battere se stesso. Il Festival è “sempre una prima volta e ci io andrei quasi tutti gli anni”, racconta il cantante.

Mahmood pubblicherà il 16 febbraio il nuovo album “Nei letti degli altri”, presentato con un massiccio guerrilla marketing nelle principali città italiane.

Il nuovo album “Nei letti degli altri” e il tour

“Ci sono voluti due anni e mezzo per finirlo – racconta Mahmood – . Anni in cui sono cambiato molto e sono maturato soprattutto a livello emotivo e nei rapporti con le persone. Prima mettevo più barriere, non so se per timidezza, ora sto cercando di essere più empatico. Questo è il mio viaggio personale”. Non a caso ha scelto l’immagine del letto, “un porto sicuro, dove portiamo chi amiamo, dove veniamo traditi o tradiamo. Il letto è dove ho esorcizzato tanti demoni, compresa la paura di non essere amato. È la mia visione a 360 gradi sulle relazioni interpersonali”. Una visione intima e introspettiva dove lo spazio personale del letto si fa amplificatore di emozioni comuni. Il microcosmo fatto di lenzuola e cuscini diventa la metafora di una casa in cui potersi rifugiare e dove far sempre ritorno.

Nel disco compaiono alcuni feat. da Tedua a Chiello in “Paradiso” (“è la prima volta che in un mio brano non canto il ritornello”) all’artista francese Angele in “Sempre/Jamais”. Dopo Sanremo, Mahmood porterà la sua musica dal vivo, prima in Europa tra aprile e maggio (“vediamo se dopo l’Eurovision si ricordano ancora di me”), poi in Italia con il tour estivo a partire dal 19 luglio (biglietti su ticketone).

Mahmood a Sanremo con “Tuta Gold”

“Tuta Gold” rappresenta il nucleo del disco che “fissa quadri di vita differenti, collegati dal mio modo di raccontare”, è un viaggio a ritroso nel tempo. “Torno al passato, a ciò che ha provocato sofferenza, ma che ha avuto anche risvolti positivi perché quei dolori mi hanno fortificato. Rappresenta la maturità emotiva che questo disco mi ha regalato”. Nel testo ci sono riferimenti al bullismo vissuto da adolescente (“non so se posso aiutare qualcuno, ma sono il più sincero possibile nel raccontare la mia esperienza”). E, dopo “Soldi”, anche al padre, con il quale ha avuto un rapporto complicato. “Ma ne riesco a parlare perché l’ho superato”.

“Non posso dire io se ho cambiato il Festival, so solo che da allora ho iniziato a lavorare tanto”, ammette Mahmood che nella serata delle cover si esibirà accompagnato dai Tenores di Bitti Remunnu ‘e Locu con “Come è profondo il mare” di Lucio Dalla. “Come è profondo il mare è una delle canzoni italiane più belle, descrive per eccellenza il senso di libertà. Il mare non lo puoi recintare. Io mi sento libero anche artisticamente: è l’unica cosa che mi permette di fare questo lavoro senza renderlo un lavoro. E poi mi rende felice portare la Sardegna, terra d’origine di mia madre sul palco dell’Ariston”, conclude il cantante.

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