Ciliari: «Non capisco nulla dell’amore. I live? La mia “festa mobile”»

Ciliari

“Maledetti Noi”è il primo album di Ciliari, anticipato dai singoli “Maledetto Amore”, “Enoteca Discoteca”, “Puntifragola” e “Basta”. Nel disco si incontrano synth, piano, chitarre e cantautorato italiano, per raccontare ricordi personali e le mille sfaccettature di amori vissuti.

L’album si apre con “Giradischi”, focus track e cuore del progetto, nella quale Ciliari parla di un amore estivo e di quel giradischi nella sua testa che lo rende confuso ma, allo stesso tempo, euforico. Un disco, come racconta Ciliari, “per chi dell’amore forse non ci ha mai capito niente, per chi l’ha maledetto o per chi vorrebbe non finisse mai.”

Buongiorno Ciliari! Come nasce “Maledetti noi”? Ma con “noi” a chi ti riferisci?
Quel “noi” è riferito un po’ a tutti, alle cazzate che non faccio solo io, ma che abbiamo fatto un po’ tutti nella vita, ai momenti belli che viviamo con gli altri, alle storie d’amore che non è che ti ami da solo o ti molli da solo. Di base si parte almeno in due.

È un disco d’amore. Per chi lo ha maledetto, per chi non ci ha capito nulla o che vorrebbe non finisse. Tu cosa ne pensi dell’amore?
Boh, in realtà è così un casino che ancora non è che ci abbia capito molto. Se avessi capito tutto non avrei fatto un disco così. Io sono uno di quelli che l’ha maledetto, che non ci ha capito nulla o che ha sperato non finisse mai. Per me l’amore è stato tutto questo. Quindi rispondo a questa domanda direttamente con le canzoni di questo disco.

L’estate è la stagione dell’amore per eccellenza. Quante volte ti sei innamorato d’estate?
Io in realtà d’estate solitamente mi mollo.

A proposito, “Giradischi” parla proprio di un amore estivo. Vuoi raccontarci qualcosa di più? È autobiografica?
Tutti i pezzi hanno qualcosa che in qualche modo ho vissuto in prima persona. Credo molto nella sincerità delle canzoni perché se un pezzo è sincero allora in qualche modo arriva. Chi lo ascolta riconosce qualcosa di vero.
In realtà “Giradischi” non so perché si sia attribuito ad un amore estivo. Parla di un amore e basta, voi poi potete metterlo anche d’inverno. Io credo di aver scritto questo pezzo che era primavera. In sostanza invitare qualcuno a casa va bene sempre. Se è d’estate però è meglio avere l’aria condizionata, altrimenti uscite.

Giradischi

La strumentale “Fine” chiude il disco. Quasi una colonna sonora dell’ultimo giorno d’estate, in cui si rivedono davanti agli occhi tutti i ricordi. Come mai questa scelta?
Volevo scrivere un pezzo in cui non servissero parole, solo un flusso. Tipo quando ti guardi negli occhi senza dire niente, e solitamente o parte il limone o inizi a ridere o ti giri e te ne vai piangendo male. Comunque emozioni forti senza neanche una parola.

A quando il tour in tutta Italia?
Non vedo l’ora di suonare questo disco ovunque, anche perché abbiamo lavorato tanto al live e suono con dei musicisti davvero forti. Poi prendo il live come un momento di festa collettiva, una “festa mobile”, giusto per chiudere con una citazione a caso. Ci si vede in giro! Ciao rega e grazie a tutti!

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