
Kublai pubblica il primo album omonimo di debutto, nuovo capitolo del progetto solista di Teo Manzo, anticipato dal singolo “Orfano e Creatore”.
Un disco che non nasce come un monologo, un album dialogico, i cui testi percorrono gli scambi di una conversazione in una sera come tante. I protagonisti sono due amici, forse il Kublai e il Marco Polo che appaiono nel video di Orfano e Creatore, o forse no. Ciรฒ che importa รจ che, al termine di questa notte, uno dei due sceglierร di negarsi, togliendosi la vita, e lasciando alla musica un’unica voce, un canto solo. Un atipico cantautore, una storia atipica.
“La piena realizzazione di un intento comporta, al fondo, la sua perdita. Questo รจ il non detto che riecheggia in tutte le stanze di Kublai, un album diviso in tre respiri o movimenti, e composto di arie, piรน che di brani in senso stretto. Le canzoni, infatti, non coincidono con le tracce del disco, ma vi sono annegate a forza, e solo a tratti riaffiorano dal magma sonoro, con intenzione certamente melodica, ma forma incompiuta. Incompiuta, forse, per non completare troppo in fretta quella perdita.”

Ascolta “Kublai” di Kublai.
TRACK BY TRACK
Pellicano
ร sabato sera, ore 19. โPellicanoโ รจ lโimbrunire, lโinizio della notte. ร il prologo del disco, un volo di ricognizione su quanto sta per accadere.
Orfano e Creatore
โOrfano e Creatoreโ รจ lโentrata in scena dei protagonisti, presentata da una voce narrante ancora esterna. Sono due amici, che passeranno la notte insieme. Il testo racconta due momenti di vita, quello dellโabbandono di una madre e quello di un amore ritrovato in etร adulta. Non รจ chiaro a chi dei due si riferiscano questi flash back, forse a uno di loro, forse a un terzo personaggio archetipico, in cui entrambi si riconoscono.
Nevai
โNevaiโ chiude il primo blocco dellโalbum ed รจ lโinizio effettivo del dialogo tra i due amici. Lโimmagine delle nevi perenni riassume, simbolicamente, lโoggetto del contendere: come i ghiacciai, per vivere in eterno, abbracciano il gelo e il buio, cosรฌ la piena realizzazione di ogni intento comporta, al fondo, la sua perdita.
Cipango
โCipangoโ รจ il termine arcaico per Giappone. Il titolo allude a una spedizione militare, quella mossa dallโimperatore Kublai Khan per la conquista dellโisola, poi finita in un rovinoso naufragio della sua flotta. Qui la discussione tra i due amici si fa accesa: uno confessa allโaltro la sua indolenza esistenziale, la sua rinuncia alla vita; lโaltro lo esorta, lo rimprovera, lo insulta, poi la discussione naufraga in un silenzio abissale.
Lullaby (Ora dormi degli oceani)
Siamo nellโabisso, a notte fonda, e i due decidono di guidare verso casa, prima che il sole โguastiโ il buio.
Alla luce
Albeggia, il set รจ una spiaggia deserta, falรฒ residui in lontananza. โAlla luceโ รจ la scena madre dellโalbum, dove si consuma la tragedia. Non รจ raccontato esplicitamente, ma il suicidio di uno dei due protagonisti, rimasto solo, non puรฒ che avvenire qui.
Le soglie del dolore
Domenica, esterno giorno. Il dialogo si รจ interrotto, e nel disco risuona unโunica voce, presumibilmente quella dellโamico sopravvissuto.
Musa
โMusaโ รจ un brano complesso, contiene molte cose contemporaneamente. Di semplice, contiene lโidea di trasformare in fonte ciรฒ che prima รจ stato dolore.
ร lโora delle visite, Vincenzo
Lโepilogo di โKublaiโ รจ un sogno, ed รจ ambientato nella corsia lattescente di un ospedale o di un Aldilร . Ritorna un dialogo, non diverso da quello tra un medico e un paziente. A un tratto in questo sogno, che ho fatto realmente qualche anno fa, mi accorgo che il medico ha le sembianze di Enzo Jannacci (un artista che ho amato molto). Il paziente, invece, lo immagino come il nostro Kublai, forse lโamico scomparso, forse lโamico rimasto. In ogni caso, ricoverato in questo luogo folle ma sereno. Come sarebbe qualunque luogo frequentato da Jannacci, io penso. No?
