Andreotti: “Indosso La Maschera Per Esorcizzare La Mia Ossessione”

Andreotti intervista

Andreotti, l’ennesimo cantautore indie-pop italiano, ha da poco pubblicato il suo album d’esordio “1972”, anno che rievoca la candidatura vincente di Giulio Andreotti.

Irriverenza e nichilismo animano gli 8 brani del cantautore tra indie pop, Battisti, Pooh e Giorgio Poiqui la recensione completa.

Abbiamo intervistato il nuovo cantautore che indossa la maschera di Andreotti tra rievocazioni vintage e la vita in quarantena.

Andreotti intervista

Andreotti, “l’ennesimo cantautore indie”. Un’affermazione forte ma con la quale mi sento quasi di concordare, vista la saturazione nel mercato musicale nostrano.

Cosa credi di poter dare in più alla musica italiana?
Da cosa nasce la scelta del nome e della maschera di Giulio Andreotti?

Ti rispondo al primo dei due interrogativi. Non sono sicuro di poter dare qualcosa in più alla musica italiana, credo ci sia stato lasciato così tanto dagli artisti italiani in passato, che non sono certo ci si possa spingere a dire “ho da dare questo piuttosto che quest’altro”. Faccio musica, spero che piaccia a un po di gente e che possa offrirgli un momento di “separazione / estraniazione” dalla quotidianità (quella del lavoro, famiglia, ecc…) oltre che un qualsivoglia spunto “emozionale” .

Per risponderti al secondo interrogativo, sono sempre stato ossessionato da Andreotti, ma in modo tutt’altro che positivo. Da bambino mi spaventava. Da ragazzo invece gli addossavo ogni tipo di responsabilità. Insomma credo di averlo scelto Andreotti un po’ per esorcizzare l’ossessione che avevo per lui, un po’ con l’ambizione, forse troppo grande, di renderla un’ossessione collettiva.

Andreotti

Proprio la maschera mi fa venire subito in mente un pezzo di storia recente di musica indipendente italiana: I Cani nel 2011 esordirono dal vivo con dei sacchetti di carta in testa, tolti poi poco dopo per mostrare i loro visi.

Credi che prima o poi – magari con i concerti – il tuo camuffamento possa venir meno, lasciando così ai fan vedere il tuo vero volto?

Spero che si torni a fare i concerti. Ma in quel momento non so cosa accadrà… per ora resto molto affezionato alla maschera.

Negli anni ’80 e ’90 molti rapinatori di banche erano soliti indossare maschere di politici italiani – Cossiga, Andreotti, Scalfaro, Pertini – simulando così la “rapina dei politici a discapito dei cittadini” (cioè le tasse).

Tu oggi ti senti il salvatore della patria musicale indie?

Come ti dicevo, io faccio musica e spero che piaccia a un po di gente. Tutto qui. Non sono sicuro che “la patria musicale indie” abbia bisogno di un salvatore… Nel caso, non è mia ambizione.

– Quella di Giulio Andreotti è sempre stata nella storia italiana una figura molto discussa. Dai presunti rapporti con Cosa Nostra al processo per il coinvolgimento nell’omicidio del giornalista Mino Pecorelli, dalle amicizie nella loggia massonica P2 alla presunta implicazione nel rapimento di Aldo Moro.
Giulio Andreotti ha contraddistinto il Novecento politico italiano.

Tu vorresti rappresentare gli anni duemila in musica? Dove può arrivare Andreotti cantautore?

Mah… non so se ho mai avuto intenzione di rappresentare gli anni duemila in musica. E la risposta, in fondo, è molto simile alla precedente. È assai distante da me l’auto-celebrazione.

“1972” è il disco di debutto di Andreotti. Il titolo si ispira all’anno della candidatura vincente di Giulio Andreotti in cui diventa per la prima volta Presidente del Consiglio. Il disco, tra pop e post-punk, tra Battisti e CCCP, profuma proprio di anni ’70.

Quando hanno iniziato a prendere forma i brani di “1972”?

Ho iniziato a scrivere i brani alla fine dell’estate del 2018. Hanno iniziato a prendere forma, una prima forma, piuttosto acerba, nella primavera del 2019 e a fine anno il disco era pronto.

Chirurgiche, FFP2, FFP3, KN95. Quando esci a fare spesa posi la maschera di Andreotti per indossare una mascherina oppure non te ne separi mai?

Sarà una delusione ma io non faccio la spesa. 

Ultima domanda. Quali sono le canzoni che hai maggiormente ascoltato durante la quarantena?

Guarda, ascolto musica per circa 2 ore al giorno, ogni giorno, inclusi i festivi (e non soltanto in quarantena).
Come al solito, ho ascoltato tutto ciò che ha a che fare con gli anni ’70 molti Beatles, Battisti, Pink Floyd, Doors ecc… Ma ci sono anche cose più recenti, penso a Michael Kiwanuka, Mild High Club, Ariel Pink o agli italianissimi Verdena, Giorgio Poi, Andrea “Laszlo” De Simone ecc…

Andreotti intervista end of a century

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