
L’edizione 2019 del Romaeuropa Festival si apre martedรฌ 17 settembre con le performance di danza di Lia Rodrigues e Akram Khan.
Lia Rodrigues porta in scena dal 17 al 19 settembre alla Sala Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica “Furia” mentre Akram Khan e il suo “Xenos” saranno al Teatro Argentina dal 18 al 20 settembre.
ROMAEUROPA FESTIVAL 2019 – PROGRAMMA

Queste le parole di Lia e Akram durante la conferenza stampa di presentazione:
Lia – “Sono felice di essere tornata a Roma dopo 40 anni; arrivai con uno spettacolo in un piccolo teatro, non ricordo dove, ma ricordo che Vittorio Gassman si congratulรฒ con me.
Dal 2003 lavoro in una favela e ho dato vita a un centro culturale e una scuola di danza. ‘Furia’ รจ nato nel 2018 e contiene molte domande sull’egemonia del potere. Dovete sapere che il Brasile non รจ soloย terra di carnevale ma un paese estremamente violento.
Io vivo in una societร di disuguaglianza ma occupo una posizione privilegiata.”
Akram – “Arrivai a Roma per la prima volta nel 2000/2001 come coreografo. ‘Xenos’ sarร il mio ultimo spettacolo, danzo completamente da solo in scena. ร la storia di un milione di soldati indiani che hanno combattuto contro gli inglesi. La storia poi รจ stata occultata dall’uomo bianco.
La danza รจ un mezzo importante perchรจ riesce a trasformare la speranza in azione, in modo piรน diretto. L’arte ci aiuta a guadagnare le cose in modo diverso.”

Sul rapporto con le scelte musicali invece gli autori rispondono:
Lia – “Negli ultimi 10 anni ho lavorato senza musica nelle mie coreografie. In ‘Furia’ invece l’ho utilizzata e ho usato la musica canachi della Nuova Caledonia perchรจ รจ piena di energia. ร stata registrata dal vivo 30/35 anni fa e sprigiona una grande energia.”
Akram – “In ‘Xenos’ ci sono musicisti che suonano dal vivo ma anche musica registrata (n.b. le musiche sono di Vincenzo Lamagna). Il momento piรน importante di un’opera รจ quando arriva la fine, il momento di silenzio, in cui il pubblico ha modo di porsi le domande: รจ un momento magico!. Mi interessa molto la relazione tra il suono manipolato e quello organico.”
