En?gma: «Incompiuto fino alla fine. Il mio rap? Vorrei diventasse una reference per altri»

A pochi mesi di distanza dall’EP “Kloaka”, il rapper sardo En?gma, fondatore della Machete Crew, è tornato con il suo nuovo album di inediti “Tèmporta”. Nei brani, Francesco Marcello Scano affronta il tema del tempo in tutte le sue declinazioni, il suo scorrere inesorabile, la memoria, il cambiamento e la ciclicità dell’esperienza umana.

Ogni traccia rappresenta un frammento di un percorso personale che si fa racconto universale. Il disco, racconta En?gma, “nasce in un momento dove stavo riordinando un caos interiore. Un momento anche di attese infinite, di tempo perso, di stallo. Mi ha scosso la musica, che ha chiuso dei cerchi, delle porte, aprendone comunque delle altre dove dall’altra parte c’erano vecchi temi forse irrisolti”.

È riuscito a riordinare il tuo caos interiore?
Ogni disco è come appendere un quadro in salotto. Anni dopo lo guardi e ti ricordi tutto di quel periodo. Sicuramente è un passo verso l’ordine, ma penso che l’incompiutezza sia una mia caratteristica. Credo resterò incompiuto fino alla fine.

C’è un’immagine che ha fatto scattare la scintilla del disco?
La prima immagine che mi viene è il film “Arrival” di Denis Villeneuve. Gli alieni hanno un linguaggio circolare, che intende il tempo non in modo lineare, passato e futuro che si incontrano. L’idea del tempo come cerchio è stata una suggestione forte.

E invece un libro o un’opera che ha ispirato i testi?
Onestamente no. Leggo molto, ma cerco di avere meno reference possibile. Vorrei che fosse il mio linguaggio a diventare una reference per altri. È un concetto ambizioso, ma chi mi conosce sa che non è ego, è volontà di essere unico. Vedo artisti che rubano tanto da determinati autori. Io cerco di evitarlo.

“Poseidone”, “Nebbia e caffè” e “Terraferma” sono brani introspettivi. Sono collegati tra loro? Quanto conta il testo nel rap?
“Poseidone” è il brano che più rappresenta il mio “vecchio” stile: parti criptiche, concetti profondi da interpretare. Il testo è sempre stato centrale per me. Negli ultimi anni ho lavorato sulla musicalità, sulle melodie e sull’essenzialità, perché mi rendevo conto che a volte ero troppo complicato. Però quando scrivo pezzi come “Poseidone” escono spontanei e sono parte della mia autenticità.

“Nave Fantasma” ha una chitarra molto rock, tra White Stripes e Jimi Hendrix. Come nasce questa scelta?
Sono molto rock nei miei ascolti, e quel suono mi appartiene. “Nave fantasma” per me è una delle migliori canzoni che abbia mai fatto. L’avevo scritta su un’altra base, ma in studio Perano e Riva sono stati bravi a capire il mio viaggio interiore e a creare un’atmosfera che rispecchiasse i miei gusti. È un pezzo molto completo, e la tromba finale lo chiude perfettamente.

Nave Fantasma

Il precedente EP “Kloaca” è collegato a “Tempora”?
Sì, sono stati scritti nello stesso periodo. Avrebbero potuto stare insieme nello stesso disco. Ho deciso di far uscire prima “Kloaka” perché aveva tutte le produzioni di Salmo, quindi aveva un’identità molto precisa: più hip hop, più cattiva, più “vecchia scuola”. Con gli altri brani rimasti ho costruito “Tempora”, più maturo, più sentimentale. Sono interlacciati, e mi piace che uno abbia aperto l’anno e l’altro lo chiuda.

Parlando di Salmo, voi due siete stati tra i fondatori di Machete Crew. Ha ancora senso il concetto di “crew” nel 2026?
Secondo me sì, ma devi trovare delle dinamiche giuste. Ai tempi avevamo come riferimento la Dogo Gang. Noi, ragazzi sardi della stessa città, siamo arrivati a Milano quasi come corsari. È stato un plus enorme. Ci vuole una forza di gruppo particolare, persone diverse che mettono i propri pregi al servizio del collettivo. Oggi forse lo show business rende tutto più fragile, ma non è impossibile.

Dove si collocherà En?gma nei prossimi anni?
È un po’ che penso di fare qualcosa di diverso dal rap. Non so se sarà elettronica, o qualcosa che non abbia un genere definito. Il mio modo di scrivere resta legato al rap, ma potrei usarlo su altre sonorità. Forse il rap, e sottolineo forse, sta stancando me come artista, non il pubblico. L’offerta è enorme e mi chiedo se la domanda resterà così alta. Ma vedremo, sicuramente ci saranno evoluzioni.

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