
“Con gli occhi di una lepre” è il nuovo singolo dei Santamarea, band che nel 2023 ha vinto la XXXIV edizione di Musicultura. Ad accompagnare il brano c’è il videoclip, diretto da Manuela Di Pisa, capace di far immergere anche visivamente nelle atmosfere eteree e oniriche del pezzo.
Il brano esplora il tema della crescita e del cambiamento. Un percorso intimo e universale al tempo stesso, in cui la trasformazione diventa una forma di rinascita. “Nasce tutto da un evento casuale”, racconta Stella Gelardi. “Accompagnavo un’amica a fare un tatuaggio, e nel book c’era il disegno di una lepre che mi ha colpito. Me lo sono fatto sul momento. Poi ho cercato su internet il significato della lepre e ho scoperto che rappresenta rinascita. In quel momento ho scritto la prima frase: “guardo con gli occhi di una lepre”.

Qual è stata la vostra trasformazione più grande, come band e come individui, durante questi anni di crescita?
La trasformazione più grande è stata a livello di band. Questo singolo apre il nostro disco, su cui lavoriamo da tre anni. Siamo cresciuti con consapevolezze diverse, e la crescita è il filo conduttore delle canzoni. Ha cambiato tutto il disco: un anno fa avevamo finito la stesura e poi abbiamo deciso di ricominciare da capo, lavorando in modo più organico.
C’è qualcosa che vorreste dire ai vostri fan che va al di là della musica? Un pensiero sulla rinascita o sulla vulnerabilità?
Il messaggio è racchiuso nell’ultima frase della canzone: “si staccano pezzi di me”. Abbiamo scoperto che il dolore genera anche bellezza: non è solo qualcosa da cui fuggire, ma uno strumento che permette di ricostruire. Questa è stata la nostra grande scoperta.
Avete collaborato con la regista Manuela Di Pisa per il videoclip di “Con gli occhi di una lepre”: come è nata questa collaborazione?
Manuela è parte attiva del nostro processo creativo, presentata da Roberto ancora prima di tutto. Con lei abbiamo costruito l’immaginario dei Santamarea. Prima di un anno fa il disco era stagnante, triste; con Manuela è venuta fuori l’idea di stelle, di brillare. Con lei c’è feeling, tutto viene naturale e organico.
Quanto è importante per voi l’immagine visiva nel raccontare il vostro mondo sonoro e testuale?
Molto importante: fa parte del nostro messaggio musicale. La ricerca visiva serve a far riverberare le canzoni. Ci ispiriamo al Rinascimento e ai Preraffaelliti, reinterpretati con occhi contemporanei. L’idea è dare nuova interpretazione a qualcosa che esiste già.
Il brano “Acqua Bagnami” è stato utilizzato da Etro per una sfilata alla Fashion Week. Cosa ha significato per voi?
Ci siamo approcciati con totale inesperienza al mondo della moda. Lo stylist Marco De Vincenzo aveva una creatività in simbiosi con la nostra, anche lui siciliano. È stato strano ma bello presenziare a una sfilata: un viaggio in un mondo nuovo per noi.
Siete tre fratelli e una “sorella d’elezione”. Quanto pesa, nella vostra musica, il legame di sangue rispetto all’amicizia/elezione?
È una dinamica molto bella ma anche sfidante. Con le persone più vicine è difficile litigare. Abbiamo trovato una chiave comunicativa: quando c’è un diverbio, vince la parte musicale più forte. Michele, il più giovane, scrive le canzoni e gli altri definiscono le proprie parti: l’equilibrio funziona così.
In che modo il paesaggio siciliano influenza la vostra musica e il processo creativo?
Il paesaggio resta lo sfondo delle nostre canzoni. Il disco, scritto a Palermo, mantiene un’impronta personale: le sonorità epiche iniziali sono rimaste ma si sono ridimensionate, con meno reinterpretazioni etniche. Lo spazio naturale dà profondità alle storie che raccontiamo.
Il vostro primo singolo, “Santamarea”, ha vinto Musicultura nel 2023. Come avete vissuto questa vittoria?
Non ce lo aspettavamo. Siamo arrivati con leggerezza e ingenuità, seguendo il consiglio del produttore. La vittoria ha premiato anche il nostro percorso di crescita: siamo partiti con arrangiamenti scarni e siamo cresciuti durante le serate. Il premio è stato un lancio economico che abbiamo reinvestito nel nostro progetto.
Dove saranno i Santamarea tra 10 anni?
Difficile dirlo, nella nostra generazione non riusciamo nemmeno a pensare dove saremo tra cinque anni. Speriamo di aver raggiunto un livello di comunicazione tale da parlare a più persone possibili. Suoneremo molto e riusciremo a vivere della nostra musica.



