
Ieri sera allโArca Milano, spazio polifunzionale e artistico in zona Navigli, si รจ tenuto lโascolto di uno degli album piรน immersivi del 2025: โDeadbeatโ dei Tame Impala. Parallelamente al release effettivo del 17 ottobre, il quinto album dei Tame Impala รจ stato presentato nella suggestiva sede del gruppo CAP (che ha un che di Guggenheim e un che di Blade Runner), accompagnato da un aperitivo e un dj set nella sala club, fra proiezioni dei piรน recenti videoclip e soffuse luci al neon, che hanno contribuito a donare unโatmosfera onirica allโascolto.
Se qualcuno ha amato le sonoritร del primo Kevin Parker (aka โTame Impalaโ, in quanto progetto prettamente solista), non faticherร a farsi rapire da questo nuovo Long Playing che oltre a contenere la stessa pasta musicale che lo ha contraddistinto mescola sapientemente anche la techno sperimentale, la psichedelia e la trance tipica dei Bush doof (ovvero i rave danzerecci tenuti nelle localitร di campagna australiane di cui Parker รจ originario).
Dallโindie degli Empire of The Sun allโelettronica degli Air, da bassi e tracce vocali stile 70 โ 80 alla Deep House dei Disclosure e di Underworld, โDeadbeatโ รจ unโimmersione e riemersione continua, e ad ogni risalita il respiro diventa piรน ampio e sognante โ complice sicuramente una dimensione famigliare di cui Parker รจ protagonista assoluto in copertina assieme a sua figlia. Il disco sembra infatti voler riassumere la schizofrenia dellโalternanza padre โ musicista, unโantitesi apparentemente inconciliabile ma che trova stranamente un ordine nel caos che culla e rasserena in uno stato di dormiveglia musicale.
Magari lโintento del producer australiano era di tranquillizzare le nuove generazioni che anche in tempi cosรฌ caotici si possa comunque generare qualcosa di bello, e di non temere di perdere la propria identitร mentre ce ne si prende curaโฆo magari รจ solo lโatmosfera sognante dellโArca fusa con la musica dei Tame Impala ad aver fatto viaggiare la fantasia della nostra redazione.
