“Ho avuto la fortuna di far parte di quella che è la band più di successo in Italia degli ultimi 10 anni ma secondo me anche di sempre. Sono stati anni bellissimi, la vita non poteva regalarmi di meglio. Ma un giorno per colpa mia e del tempo qualcosa dentro di me si è rotto, non trovavo più la gioia nel fare questo lavoro e ho dovuto prendermi una pausa. E in questa pausa ho scritto questo disco e ho imparato una cosa importante: io ero triste perché stavo vivendo una vita apparentemente perfetta ma purtroppo non era la mia idea di perfezione”. Mentre arrivano i suoi abiti sul palco, a cuore aperto davanti alle 11 mila persone del Palazzo dello Sport di Roma, Damiano David racconta gli ultimi anni che ha vissuto tra ansie e paure ma anche tanta liberazione durante la scrittura del suo primo album solista, “Funny little fears”.
Un’ora e mezza di rock, pop e hit internazionali in cui il cantante romano si mette a nudo, oggi più che mai per portare il pubblico nel suo garage. “Molti sanno che mi piace fare le cover”, dice Damiano proponendo prima “Locked out of heaven” di Bruno Mars e poi “Nothing breaks like a heart” di Mark Ronson e Miley Cyrus. Nessuna cover in italiano, a significare la voglia di continuare a guardare oltre Oceano.
“Qualcuno ha detto voglio un figlio da te? Col cazzo 26 anni manco morto”, dice Damiano sul palco guardando negli occhi una giovane fan innamorata. E mentre le luci si abbassano e l’ultima nota svanisce tra gli applausi, Damiano sorride: questa volta non è il frontman di una band da record, ma un artista che ha ritrovato se stesso. “Funny little fears” non è solo un disco, ma una rinascita. E la prova che anche la paura, se accolta, può diventare libertà.
La scaletta di Damiano David a Roma
- Born With a Broken Heart
- The First Time
- Mysterious Girl
- Voices
- Cinnamon
- Locked Out of Heaven
- Talk to Me
- Nothing Breaks Like a Heart
- Perfect Life
- Next Summer
- Sick Of Myself
- The Bruise
- Tangerine
- Zombie Lady
- Tango
- Angel
- Over
- Mars
- The First Time
- Naked / Solitude (No One Understands Me)