
“Della mia fica farรฒ una bandiera”, il ritornello della canzone di Giulia Mei รจ entrato in testa a tutto il pubblico del Concertone del Primo Maggio in piazza San Giovanni a Roma dopo la sua esibizione.
Il brano รจ contenuto nel secondo disco della cantautrice uscita da X-Factor, “Io della musica non ci ho capito niente”. Un progetto che rappresenta “una dichiarazione d’amore al disordine che non mi sono mai concessa per paura, a quella curiositร infantile che non mi ha mai abbandonata, a quel divergere che mi ha fatto sbagliare strada tutte le volte che ho avuto bisogno di liberarmi dalle pressioni esterne della musica che funzionaโ.
Ma anche un disco dedicato “a chi non sa funzionare, se non coi propri unici ingranaggi, e a chi ascolta tutto come se non avesse mai ascoltato niente”. E che noi abbiamo voluto conoscere con tre domande a Giulia Mei!

Puoi descriverci il tuo nuovo album con una citazione?
ยซCodesto solo oggi possiamo dirti, ciรฒ che non siamo, ciรฒ che non vogliamoยป
Da โNon chiederci la parolaโ, Eugenio Montale, โOssi di seppiaโ.
Hai detto che il disco รจ “una dichiarazione d’amore al disordine”. Quanto sei disordinata nella vita? Ci descrivi cosa c’รจ nella tua stanza?ย
La mia stanza รจ a metร strada tra un quadro di Kandinskij e un campo di battaglia un minuto dopo la disfatta. Farei prima a dirti cosa non c’รจ: asettico ordine. Eppure in quel disordine io mi trovo e guarda caso perdo le cose proprio quando le metto a posto, cosรฌ come accade in questo disco: quello รจ il mio disordine, e in quel disordine ritrovo me stessa.
Cosa ti lega a Rodrigo D’Erasmo, Mille e Anna Castiglia e perchรฉ hai scelto loro per cantare con te?
Credo che ci leghi prima di tutto una stima e un’amicizia reciproche, poi un modo di vedere e vivere la musica autentico e finalizzato alla totale espressione di sรฉ stessi, che ci porta a metterla a disposizione anche degli altri, perchรฉ sappiamo che la condivisione arricchisce prima di tutto noi e poi la musica che facciamo.
