
Dopo il romanticismo di Alfa, è il punk rock dei Sum 41 a conquistare il Palazzo dello Sport di Roma. La band guidata da Deryck Whibley porta il meglio della loro quasi trentennale carriera per un tour d’addio che è già passato a Milano e Bologna.
Alle 21 spaccate si spengono le luci nel palasport in zona Eur mentre “TNT” degli AC/DC carica la folla.
L’ultimo addio all’Italia dei Sum 41
Un viaggio lungo 2 ore e 15 minuti esplora i quasi tre decenni di musica punk e rock del gruppo. Uno show tra “nuove canzoni, vecchie hit e brani ancora più vecchi”, annuncia in apertura il frontman dei Sum 41. Tra fuoco, coriandoli, stelle filanti e un enorme scheletro con il dito medio alzato, la band canadese prende letteralmente a cazzotti il pubblico romano: “Nessun sorriso, nessun abbraccio, fate i pazzi”.
“Motivation” apre la serata in grande stile. Dal primo disco, “All killer no filler” del 2001, risuonano nell’arena anche “Fat Lip”, “In too deep” e “Summer” portando alla mente di tutti i fan l’era di American Pie. Ma è da “Does this look infected?” del 2002, l’album della celebrità su MTV, che arrivano “The hell song”, “Over my head (Better off dead)”, “My directions”, “No brains”, “All messed up” e l’attesissima “Still waiting”.
“Ci fate sentire speciali, grati e sempre benvenuti. Grazie alla nostra famiglia che siete voi”, ringrazia i fan italiani Whibley prima con “War” e poi con “Noots”, una canzone “scritta oltre 20 anni fa, non è in nessun album ma è la più richiesta della nostra carriera”.
La chitarra perduta
“Con questa chitarra ho inciso il primo disco quando avevo 17 anni e l’avete vista nel video di ‘In too deep’ – racconta Whibley sulle prime note di “Walking Disaster” – ma nel 2003 qualcuno me l’ha rubata. Otto settimane fa l’ho riavuta indietro. È tornata dove doveva stare. A fanculo quel tipo che me l’ha rubata!”.
Tra accenni di Slayer e Metallica, i Sum 41 danno l’addio prima con “In too deep” – “Ci mancherete tanto, grazie per tutto l’amore e il supporto in tutti questi anni, ci avete fatto sentire speciali” – e poi con una chiusura da veri punk rocker. Con “God save the Queen” dei Sex Pistols salutano il pubblico italiano per sempre. Vi chiedete cosa ne sarà dei Sum 41? No future…
La scaletta dei Sum 41 a Roma
- Motivation
- The Hell Song
- Over My Head (Better Off Dead)
- No Reason
- Out for Blood
- War
- Underclass Hero
- Noots
- Landmines
- Dopamine
- Raining Blood (Slayer cover)
- Master of Puppets (Metallica cover)
- We’re All to Blame
- Some Say
- Screaming Bloody Murder
- Walking Disaster
- With Me
- Makes No Difference
- My Direction / No Brains / All Messed Up
- Preparasi a salire
- Rise Up
- Pieces
- Fat Lip
- Still Waiting
- Summer
- Waiting on a Twist of Fate
- In Too Deep
- So Long Goodbye
- God Save The Queen (Sex Pistols cover)
