
Inclusività e accessibilità. Nasce con questi presupposti “Il concerto che vorrei” ideato da KeepOn Live: il percorso che per la prima volta coinvolge insieme pubblico, artisti e addetti ai lavori per progettare e cambiare concretamente l’approccio live, dentro e fuori dal palco. Appuntamenti a Palermo, Bologna, Roma e Milano.
Un lavoro durato due anni che ha analizzato, attraverso questionari e interviste, le diverse esigenze degli attori in campo e vuole oggi realizzare un concerto ideale ma non utopico, offrendo soluzioni concrete e basate su tre pilastri: diversity, ovvero una programmazione e una divulgazione comunicativa inclusiva; gender equality nella programmazione, nei ruoli professionali e nella divulgazione comunicativa; disabilità, ovvero l’accessibilità degli spazi e l’adozione di un codice comportamentale inclusivo.
“Il concerto che vorrei”: le date
Un progetto che prende forma in anteprima giovedì 26 settembre alle ore 22 presso I Candelai di Palermo e prosegue al Dumbo diBologna venerdì 11 e sabato 12 ottobre durante il Robot Festival (grazie all’impegno dell’associazione SHAPE); al Monk di Roma giovedì 17 ottobre; e si chiude presso La Santeria di Milano, nell’ambito della Milano Music Week di novembre (la data verrà annunciata nei prossimi giorni).
In Sicilia i CUT
Nel capoluogo siciliano, sul palco il duo electro-pop olandese CUT nell’ambito di Revelland (2023 – 2025), la rete europea collaborativa determinata a creare spettacoli accessibili. Per la prima volta in Italia.
I CUT sono Sebastiaan Dutilh e Belle Doron, e vanno in scena con “The Ritual”: un’esperienza immersiva e multisensoriale guidata da una “voce divina” che attraversa il gusto, l’olfatto e il tatto, per creare un forte legame emotivo nel pubblico. Prima di loro gli italiani One eat One, la prima band di musica elettronica al mondo composta da persone normodotate e persone con disabilità. Apre la serata Giorgina Lo Nardo, artista e performer LIS di Palermo già sul palco con i Pinguini Tattici Nucleari.
Staff e trasporti
È emersa poi l’importanza della formazione dello staff, l’esigenza che il personale sia formato tanto nell’accoglienza quanto nell’eventuale gestione di situazioni delicate. Rilevante anche la questione trasporti: ci si sente più al sicuro se esiste una rete di mezzi pubblici per raggiungere la venue, un servizio navette o una stazione taxi; mentre nel caso di parcheggi auto, servirebbero ben illuminati e controllati.
