Federico Baroni: «Reset totale. Poi riaccendere tutto con una nuova luce»

Federico Baroni

“Blackout” è il nuovo album del cantautore e busker Federico Baroni, a distanza dal precedente progetto “Non pensarci” (2019). Si tratta della fine di un capitolo e l’inizio di uno nuovo per l’artista che si distacca dalla sua dimensione acustica per mostrare nuove sfaccettature della propria musica.

Nel disco, prodotto da Riccardo Scirè e scritto insieme a autori come AdelCaroneFederica Camba, Folcast e Raige, si passa da ballad molto intime e introspettive a brani più funky e R&B. Federico Baroni si appresta a tornare sui palchi accompagnato dal gruppo jazz/funk strumentale Planet Butter e da un corpo di ballo sul modello delle popstar americane.

Federico Baroni "Blackout" copertina album

Ciao Federico! “Blackout” è il tuo nuovo disco, dopo “Non pensarci” del 2019. In mezzo tanto busking (ma non solo). Proviamo a tirare le somme di questi cinque anni? Come sono andati?
Sono stati anni pieni di esperienze. Ho conosciuto tanti artisti: produttori, autori e musicisti che mi hanno ispirato e fatto crescere molto. La musica di strada è stata una delle attività principali che hanno riempito e caratterizzato questi anni di passaggio tra “Non pensarci” e “Blackout”, un disco molto più maturo e consapevole. Se dovessi descrivere questi 5 anni in una parola direi: crescita.

Sono stati davvero 5 anni in cui mi sento cresciuto molto come artista ma soprattutto come persona, “Blackout” vuole comunicare proprio questo: il momento in cui ti rendi conto di essere una persona diversa e di dover cambiare troppe cose. Talmente tante da dover fare un reset totale, prendersi un attimo di tempo per ritrovarsi e decidere di riaccendere tutto con una nuova luce. Musicalmente parlando, il mio “Blackout” parte con il mettere da parte la mia chitarra e il mio passato come artista di strada per abbracciare una grande band e portare finalmente la mia musica in giro con un gruppo e non più da solo. I Planet Butter, gruppo jazz funk strumentale, amici e colleghi, sono questa mia nuova famiglia.

“Chilometri” è la dedica al tuo amico Michele Merlo. Sono passati tre anni dalla sua scomparsa. C’è un oggetto o un momento grazie a cui lo senti ancora vicino?
Ci sono tante cose che mi legano ancora a lui, soprattutto il ricordo del bellissimo “Chilometri Street Tour” che abbiamo realizzato in suo ricordo. Quel brano voleva essere una dedica, ma è stato molto di più. È stato un pezzo che ha unito persone da tutta Italia e continua a farlo ogni volta che la riascoltiamo. Quel brano e quel periodo mi legheranno a lui per sempre.

Nel disco poi arrivano “Panico” e “Spine”, due canzoni d’amore. Quanto conta l’amore nella tua vita?
L’amore è sempre stato centrale nella mia vita. Nelle canzoni, in particolare, mi apro molto di più e mi confido, non solo parlando di amore ma anche delle ferite che certe storie ti lasciando. “Spine” voleva comunicare proprio questo, la doppia faccia dell’amore che è bello e delicato come un petalo di una rosa ma ti punge come una spina. Nel disco molte canzoni che sembrano d’amore dedicate ad una persona, in realtà sono dedicata alla musica. Altre invece sono molto autobiografiche e sono un modo per dire certe cose in realtà a me stesso. Come in “Non Vale” o “cosa ti aspetti da me”.

Federico Baroni - Chilometri (Official Video)

“Pur di stare con lei” la canti con Folcast. Al suo interno c’è anche una parte rap. Com’è nato il brano?
Folcast per me è davvero un fratello. Il punto d’incontro è stato prima di tutto una grande amicizia e la passione sfrenata per quel tiro funky che ha sempre caratterizzato la nostra scrittura e il nostro modo di stare sul groove. Ho proposto a Dani di venire a casa mia per scrivere un pezzo insieme partendo da una melodia e un giro di basso che avevo in testa. A lui è piaciuto subito il tiro e ci siamo detti “proviamo a scrivere di getto quello che ci viene senza pensare troppo agli schemi”. Da quell’imput in 10 minuti abbiamo scritto lo special del brano, la parte rap per capirci. È stato tutto un flusso spontaneo che ha unito alla perfezione i nostri due mondi e ha sorpreso i fan e gli addetti ai lavori, che fino a quel momento ci vedevano completamente distanti. È stata davvero una bella collaborazione e abbiamo già altri brani pronti insieme da far uscire!

Federico Baroni - Pur di stare con lei (feat. Folcast) [Official Visual Art Video]

E invece hai mai vissuto l’esperienza di uno “Psycho Love”?
Ahahahahah! In realtà non del tutto. “Psycho Love” è forse l’unico brano dove mi sono proiettato dentro una storia immaginaria, che in realtà non ho mai vissuto. In quel periodo avevo una relazione con una ragazza che mi stava troppo addosso. Stavo bene ma a volte mi sentivo soffocare, non mi sentivo libero di vivermi la musica con la spensieratezza che cercavo e quindi ho estremizzato questa mia sensazione descrivendo questo rapporto.

Sembri voler appendere la carriera da busker (momentaneamente) al chiodo per dedicarti a un’esperienza full band. Puoi darci qualche anticipazione su come saranno i live in arrivo?
Come ho anticipato all’inizio della chiacchierata sì, è proprio così. Al momento suonare per strada non mi dava più stimoli, sentivo il bisogno di avere dei musicisti insieme a me, di avere un confronto, sentirmi parte di qualcosa di più grande per crescere. Da qui è nata l’idea di ripartire dal live con una band di amici che mi aiutasse a dare una nuova veste al disco. I Planet Butter nascono come gruppo jazz/funk strumentale e vengono da un ambiente molto più di nicchia rispetto al mio. Il loro gusto e il loro sound per me è stata una ventata di aria fresca che mi ha dato la possibilità di ascoltare i miei brani con un orecchio diverso. Molto più attento, maturo, ricercato. Abbiamo scelto 5 brani del disco e siamo andati nello storico studio di Tommaso Colliva per riarrangiare da zero i brani e portare qualcosa di totalmente diverso nel Live. Questa live session uscirà a breve e darà il via a tutto il nuovo progetto live di “Blackout”.

Federico Baroni

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