
Scordatevi i Green Day di “Dookie” e di “American Idiot”. Seppur i due album verranno suonati interamente in occasione del nuovo tour, di passaggio agli I-Days Milano a giugno, Billie Joe e soci hanno voltato pagina lasciandosi alle spalle il punk e abbracciando il vintage nel nuovo album “Saviors”.
C’รจ tanto spirito musicale Ramones quanto Clash. A livello testuale, perรฒ, i Green Day sono rimasti quelli di sempre. Tra politica, amore e caos dell’anima. Nel 2004 quell’American Idiot’ era George W. Bush, oggi, 20 anni dopo, รจ Donald Trump. Un “sogno americano” che ha ucciso in primis gli americani e poi il resto del mondo. Caos e sempre piรน armi negli Stati Uniti – nel 2023 sono state registrate 350 milioni di armi da fuoco su 300 milioni di abitanti – e una popolazione che si ritrova, nonostante il democratico Joe Biden al governo, a confrontarsi con una disinformazione dilagante. Proprio come nel 2004, la guerra in Afghanistan e l’incertezza economica.
Vent’anni dopo le guerre sono due. L’Afghanistan lo hanno lasciato ai talebani. Da due anni la Russia attacca l’Ucraina e da oltre tre mesi in Medio Oriente รจ in atto la sfida Hamas-Israele nella Striscia di Gaza. In ognuna delle due gli Stati Uniti รจ protagonista. “Benvenuto nei miei problemi, non รจ un invito. Il mio dilemma, e la mia ossessione”, canta Billie Joe in “Dilemma”. Non vuole diventare un uomo morto che cammina Billie Joe, a causa dei conflitti ma anche in relazione ai suoi vari inciampi nelle droghe, la cocaina, arcinemica del cantante californiano.
“Saviors”, gli anni Duemila dei Green Day
“Saviors” riprende un discorso lasciato a metร dai Green Day nel 2001 con “Warning”, proprio nel peggior periodo di B.J.Armstrong. Come se gli anni Duemila iniziassero ora per il trio punk-rock. E proprio come in “American Idiot”, primo album di inediti nel nuovo Millennio, Billie Joe dedica una canzone al sangue del suo sangue. Nel 2004 era “When September ends” per il padre, oggi รจ “Father to a son”, rivolta ai suoi due figli, Joey e Jakob.
Ci sono tanti “goodbye” nel nuovo disco. Un arrivederci, o un addio, a molte cose e persone. Billie Joe Armstrong, Mike Dirnt e Tre Cool sono testimoni di una scena che non c’รจ piรน. Quella che ha visto venir meno grandi personaggi della scena americana come Kurt Cobain, Layne Staley, Scott Weiland, Chris Cornell e Chester Bennington. Tutto passa, i Green Day restano. Con gratitudine.
