chiamamifaro: «Viviamo a galla, trasportati dalla corrente. Sopraffatti da tutto fino all’insofferenza»

chiamamifaro

«Coerente col percorso che ho fatto fino ad ora. Ma ora mi sono spinta un po’ più in là». Con “Default”, chiamamifaro continua a immergerci nel suo pop narrativo con qualche tuffo nel pop-punk, nel rock e nella disco. Un’evoluzione artistica che, partita dall’EP “Macchie” del 2021 e proseguita con l’album d’esordio “Post Nostalgia” l’anno successivo, vede Angelica Gori in arte chiamamifaro, sempre più padrona dei suoi testi e della sua voce.

Incertezze, rimpianti e leggerezza al centro della narrazione del nuovo EP “Default” composto da 7 tracce urgenti e immediate. A marzo chiamamifaro presenterà i nuovi brani in tour nei club di Milano, Bologna e Roma per uno show «interattivo».

chiamamifaro "default" copertina EP

Ciao Angelica! Come nasce “Default” e cosa ti porti dietro dal precedente EP e dall’album?
Ciao! In “Default” c’è una grande eredità dell’EP e dell’album. Rimango coerente col percorso che ho fatto fino ad ora. Ma mi sono spinta un po’ più in là, cercando dei sound pop punk, ho azzardato in questa direzione. Perché la riconoscibilità di un pezzo lo dai attraverso la scrittura e le melodie. “Default” è nato l’autunno scorso, il primo pezzo che ho scritto è stato “Ma Ma Ma”, avevo voglia di scriverlo. E dopo mi è venuta voglia di fare un intero EP. Ho cercato di avere un tema in testa fin dall’inizio, il nome poi è stata l’ultima cosa.

Quanto amore c’è in “Default”?
Tanto. Molte sono canzoni d’amore. Ma non c’è solo quello. Noi viviamo della sfera emotiva, di amore. Ma non volevo che l’EP fosse monotematico. In “Default” ci sono due tipi di canzoni. C’è un senso di insofferenza che provo di ‘default’, siamo tutti persi in questa realtà che ci dà così tanto, tanti meme, tanti tweet e poi trend, notizie, ormai non ci stupiamo più di nulla, come canto in “Rumore bianco”; e poi cerco di ritrovare le piccole cose del quotidiano, quelle più nascoste, i dettagli a cui ridare valore. Cerco di vedere le cose da un’altra prospettiva.

Secondo te perché c’è questo senso di insofferenza? È nata dalla pandemia?
Ogni generazione ha le proprie paure e insicurezze. E sono le stesse tra tutte le generazioni. Ma ognuna reagisce con i propri mezzi. La mia è stata molto segnata dalla pandemia e tende a chiudersi nei confronti della realtà. C’è ansia, non ci sono prospettive per il futuro. Mi sento un po’ galleggiare, appunto, non riesco a prendere in mano la vita. Siamo sopraffatti da quello che ci circonda e finiamo nell’insofferenza. È un vivere a galla, facendoci trasportare dalla corrente.

In “Default ci sono due brani con lo stesso sound, “Santa subito” e “Labbra blu”, e sono gli unici che contengono featuring, con Asteria e YTAM. Come nascono?
È un caso che abbiano lo stesso sound. Con YTAM ci conosciamo da tempo e condividiamo lo stesso team artistico; con Asteria, anche lei bergamasca come me, c’è stata la volontà di fare qualcosa insieme, mi piace il suo stile più elettronico.

Santa subito

Credi di essere riuscita a trasmettere quello che volevi in questo EP?
Credo si sì. Lo spero. Tanti momenti meriterebbero una canzone, c’è ancora un mondo da esplorare. Mi ritengo soddisfatta.

C’è un rito che fai di ‘default’?
C’è un piccolo gesto che facciamo con la band prima di salire sul palco. Una frase che però non posso dire qui… È simile al ‘merda merda merda’ teatrale ma in bergamasco. E non è proprio elegante da dire.

A marzo suonerai nei club di Milano, Bologna e Roma. Che tipo di concerto sarà?
Sarà uno show interattivo, il pubblico sarà protagonista. Ci saranno vari momenti: alcun intimi, altri acustici, una parte in cui si balla, e in un’altra entrambe le cose. Spero di far passare una bella serata al pubblico.

chiamamifaro concerti tour marzo Milano, Bologna, Roma

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