
Fabio Massimo Colasanti, produttore, musicista e collaboratore storico di Pino Daniele, e Kyung-Mi Lee, talentuosa violoncellista, pubblicano il loro album collaborativo dal titolo “Labyrinth”, disponibile sulle piattaforme digitali e su supporto fisico, realizzato con il contributo del NUOVO IMAIE. L’album sarà presto presentato dal vivo.
“Labyrinth” è il risultato di un’avventura musicale che ha preso forma nel periodo post-lockdown, quando i due artisti hanno unito le loro competenze, sfidando le convenzioni musicali. Il concept del disco nasce durante una conversazione tra i due artisti, i quali hanno condiviso le loro esperienze personali di come la musica abbia aiutato ad affrontare il periodo di isolamento. Kyung-Mi Lee, con il suo violoncello, e Fabio Massimo Colasanti, con la sua passione per la musica elettronica, hanno deciso di combinare le loro forze in un progetto che esplora le potenzialità di unire l’acustico e l’elettronico.
Fabio Massimo Colasanti e Kyung-Mi Lee: mistero e incertezza della vita
Il nome “Labyrinth” è stato scelto per rappresentare il mistero e l’incertezza della vita, riflettendo sui momenti in cui si percorrono sentieri sconosciuti. Ogni brano dell’album è un luogo distintivo, un’esperienza emotiva diversa che si traduce in una varietà di stili e atmosfere uniche. Fabio Massimo Colasanti ha dimostrando la sua abilità nel superare i confini generazionali e stilistici, Kyung-i Lee, d’altra parte, ha portato la sua virtuosità nel violoncello, introducendo elementi classici in un contesto elettronico.

Del progetto la violoncellista ricorda come “parlando di come ognuno di noi ha vissuto il lockdown, gli ho raccontato quanto sia stata una salvezza suonare il violoncello e come mi avesse aiutato a passare il tempo registrando a casa più linee del violoncello, creando un trio, un quartetto, studiando ed esplorando la possibilità di usarlo in maniera polifonica. Lui, invece, mi parlava della ricerca dei suoni elettronici”. Dice Fabio Massimo Colasanti: “Quando ho cominciato con Pino Daniele lavoravamo sui primi sistemi digitali specifici per fare musica, era un po’ tutto sperimentale, funzionava male e i computer si fermavano spesso. Oggi chiunque con un iPad può generare canzoni, arrangiamenti. L’altra faccia della medaglia è che sembra tutto uguale e piatto. Con “Labyrinth” abbiamo cercato di ribaltare un po’ questo processo: ci siamo visti in studio e improvvisavamo registrando tutto. “Labyrinth” è nato come un flusso di idee musicali, senza pensare troppo al fine ma semplicemente scaturito dalla voglia di esprimersi e fare musica insieme”.

