
“MutaForma” è il nuovo album del poliedrico compositore e musicista Alessandro Fedrigo. Il disco, pubblicato per l’etichetta Record Y, che suonava come una preghiera, di una confessione o di una meditazione. Improvvisando, Alessandro ha inventato alcune semplici melodie, squassate da un un ambiente elettronico inquietante.
“Mutaforma” invece rispecchia il modo di Alessandro Fedrigo di immaginare la musica, in continuo cambiamento, in questo disco ha infatti attraversato alcuni nuovi scenari con un basso dal suono cangiante, mutevole.
Track by track
MutaForma
Come un esploratore su un nuovo pianeta sconosciuto ho preso a vagare su uno scenario
musicale vago e indefinito con il mio basso processato in modo straniante. Sullo sfondo dei cigolii
di cancelli catturati col telefonino in un’isola greca e il mio fischiettare in un parco austriaco, in una mattina nebbiosa e fredda. Alcuni elementi molto personali, brandelli di ricordi terrestri, in un
ambiente nuovo, inesplorato.
02 Airplane
Ritmi sovrapposti e una melodia distesa e consonante, questo pezzo l’ho concepito durante un
viaggio aereo, i rumori improvvisanti derivano dalla processazione della voce della mia compagna
di viaggio che discuteva animatamente. Le sue parole, divenute incomprensibili mi suggeriscono le melodie possibili di un solista jazz di un altra galassia.
Fisspa Session
Questo pezzo è nato durante un workshop su improvvisazione e musica elettronica che ho tenuto
alla Dipartimento di Filosofia, sociologia, pedagogia e psicologia applicata (FISPPA appunto),
grazie all’invito della mia amica Marina Santi. Durante questo seminario ho chiesto a tutti gli studenti di raccogliere coi loro telefoni dei suoni interessanti, voci, elettrodomestici, scrosci, macchinari meccanici. La proposta voleva essere un invito all’ascolto più attento e consapevole del circostante, abbiamo poi montato tutti i suoni su una sessione di ableton e abbiamo iniziato a processarli, per creare una tavolozza improvvisativa, infine assieme abbiamo composto degli elementi ritmici e armonici che ci sembravano necessari. A casa, in solitudine ho improvvisato utilizzando queste sorgenti sonore fino a definire un pezzo con qualche forma. Sentivo la mancanza di una voce declamante, che in una lingua inventata portasse un messaggio misterioso.
Elegia
Su un semplice ritmo di batteria elettronica una improvvisazione con un suono di basso cangiante. L’invenzione estemporanea di una melodia calma e pacificatrice come una parola saggia, una preghiera.
Folletti
Per gioco ho registrato la mia bambina a cena, mentre inventava una melodia sul tema dei folletti
che la intrattenevano nìmentre giocava con una sua amichetta. Ho chiesto a mia moglie di suonare alcune note con un flauto dolce (non sa suonarlo) e ho aggiunto un ritmo e una improvvisazione di basso al contrario (tributo al grande Mick Karn). Il risultato è qualcosa di giocoso e forse ridicolo, ma mi strappa un sorriso.
Far Variation
Mi interessa l’idea di sfasamento e mi viene in mente un film di Jacques Tati dove si riprendono le
vite di tante persone in un palazzo, ognuno impegnato in una sua attività, ognuno con un suo ritmo e una sua necessità, tutti sfasati ma collegati. Questa sinfonia scoordinata è l’idea centrale di una improvvisazione con tanti elementi sonori non sincronizzati.
Gate Live
Mi interessa la voce umana parlante. Mi interessano i linguaggi inventati. Mi interessa mettere il
mio basso in ambienti senza armonie stabilite e costanti. Mi piace l’idea di simulare le linee
melodiche di Line Up di Lennie Tristano dentro ad un romanzo allucinato di Philip Dick.
Sonit Sea
Una passeggiata al mare, il suono delle onde sulla battigia. Il mare trasporta oggetti appartenuti a persone lontane, forse non più in vita. Se fossi un sensitivo proverei, toccandole a ricostruire dei pezzetti di memoria.
