Il miracolo metafisico dei Baustelle e I Cani

Baustelle I Cani

Roma, Montepulciano, Bologna e Milano. Per la prima volta le strade dei Cani e dei Baustelle si incrociano per due brani onesti e senza tempo. Un vinile a due facce, andato a ruba in pochi minuti e che arriverà nei negozi il 21 dicembre, composto da “Nabucodonosor – Essere vivo” sul Lato A e da “Canzone d’autore – L’ultimo animale” sul Lato B.

Due canzoni, ognuna divisa in due. Un equilibrio di parti tra le voci di Francesco Bianconi nei primi tempi dei due brani e di Niccolò Contessa nei secondi. Una somma di esistenzialismo, estetica nietzschiana e malinconia.

“Nabucodonosor – Essere vivo”

“Come stai?” è la frase d’esordio nel mondo, canterebbe Brunori Sas. E è la prima frase del testo di “Nabucodonosor”, prima parte del Lato A del disco dei Cani + Baustelle. Due semplici parole, dietro cui si cela un universo. Una costellazione di parole di Bianconi e Contessa, due ragazzi che si siedono allo stesso banco, uno di fianco all’altro, per comporre a quattro mani il tema di fine semestre. Una prova vera, sincera, che guarda tanto indietro (alla storia e alla filosofia), quanto avanti.

Già dimenticato il sentimento estivo con Tommaso Paradiso, quell’“Amore Indiano” portato via dalla bella stagione che ha il profumo di una ex con cui hai fatto l’ultimo viaggio. I Baustelle, dopo la semivivacità di “Elvis”, tornano a navigare nello spleen e incrociano il cammino dell’ormai produttore Niccolò Contessa, che di malinconia e insoddisfazione ha fatto le sue odissee.

Baustelle - Foto di Alessandro Treves
Baustelle – Foto di Alessandro Treves

I Baustelle riportano in vita il re di Babilonia

Superbia e vanità. Il Nabucodonosor citato nel brano non era solo un sovrano autoritario ma era soprattutto un uomo. La leggenda narra che sia stato il creatore dei Giardini Pensili di Babilonia, una delle sette meraviglie del Mondo Antico, durante i suoi 43 anni di regno. Il re babilonese, diventato famoso anche grazie all’opera di Giuseppe Verdi (Nabucco, 1842), assediò Gerusalemme per 30 mesi scatenando la prima, grande fuga degli Ebrei dal regno. La distruzione della città e del Tempio di Salomone condussero a una crisi religiosa, spirituale e politica, che lasciò il segno nella letteratura profetica e nella tradizione biblica.

Contessa canta “Il brutto di essere vivo è che c’è un serpente sopra il mio cuscino”, figurando una delle più grandi paure dei regnanti: andare a dormire e trovare un serpente nel letto, pronto a ucciderlo con il suo veleno. “Dentro il mio giardino” ha, probabilmente, una doppia lettura. Da una parte il serpente è un animale che si annida nei grandi giardini, come poteva essere quello di Babilonia, appunto; dall’altra è una figura retorica, la ‘serpe in seno’, ovvero un traditore in casa. Una paura di vivere sempre con le spalle scoperte. Forse la stessa paura che ha Contessa di tornare a mostrarsi in pubblico e, per questo, ha accantonato il progetto de I Cani dal vivo.

Forse un riferimento alla guerra in Medioriente. L’assedio di Gerusalemme e le “carovane già passate” di Bianconi-Contessa sembrano riportare alla mente le migrazioni umane che, nei secoli, hanno smosso popolazioni da una parte all’altra del globo. Critica “i cantanti micidiali della tua generazione” Bianconi, e li avvicina poi al tiranno babilonese. Ma qual è la connessione tra i cantanti e Nabucodonosor? Proprio lo stesso amore/odio che prova Bianconi verso i nuovi idoli.

I Cani, Baustelle LATO A "Nabucodonosor - Essere vivo"

“Canzone d’autore – L’ultimo animale”

Se fosse uscito negli anni ’60 sarebbe stato il “Tommy” della coppia Bianconi-Contessa. Il disco che ha inventato l’opera rock. Precursore, l’album degli Who, di produzioni successive come quelle dei Pink Floyd (“Another brick in the wall”), Genesis (“The lamb lies down on Broadway”), David Bowie (“The rise and fall of Ziggy Stardust and the spider from mars”) o, in tempi più recenti, Green Day (“American idiot”).

La “Canzone d’autore” dei Baustelle incontra “L’ultimo animale” de I Cani. Il match point tra borghesia e proletariato. Vivi i Baustelle de “La canzone del riformatorio” (“Con la carezza dell’eroina che mi cullava”) che 23 anni dopo cantano di Angelino, del suo “specie d’amore” e del “lavoro di bocca” che offre al suo spacciatore in cambio di una dose. Poi il “fuoco sul ponte” potrebbe essere il rogo doloso del 2021 al Ponte di Ferro in zona Ostiense a Roma, dove sotto, sulle rive del Tevere, si nascondono “Scorie, gabbiani, parcheggi, sessualità”. Le stesse rogne che, a quanto pare, si è ritrovato a gestire l’ex primo cittadino di Verona Flavio Tosi, il “sindaco trapezista” di centrodestra, che ha chiuso la sua campagna elettorale nel 2018 al Circo Togni tra gli sdegni degli animalisti.

Niccolò Contessa de I Cani

Roma Nord e Roma Sud

Uno scontro tra Roma Nord e Roma Sud? In realtà, per i Baustelle, è uno scontro tra contenuto e apparenza. A chi si ostina “a chiamarle canzoni d’autore” e invece è solo “fumo spacciato per grande canzone d’autore”. Ennesimo attacco ai ‘falsi’ cantautori, ai trapper e a tutti quei “borghesi che ascoltano solo gangsta”. Non le manda a dire Francesco Bianconi e, con la sua ridondanza boomeristica, ci tiene a ribadire uno dei concetti già presenti in “Nabucodonosor” (ve li ricordate “i cantanti micidiali della tua generazione”?).

Ma ci pensa Niccolò Contessa a riportare i Baustelle con i piedi per terra. A vivere e morire “come un essere umano”. Cioè proprio come l’ultimo degli animali, l’uomo.

I Cani Baustelle disco

Il miracolo metafisico dei Baustelle e I Cani

La visione dionisiaca del mondo incontra lo spiritualismo e l’antipositivismo. Per dirla come la direbbe Bianconi, l’antidivismo. Nel disco dei Cani + Baustelle si fondono due impulsi vitali, gli stessi teorizzati da Friedrich Nietzsche descrivendo la tragedia greca. Da una parte l’apollineo (Apollo, dio del Sole e dell’armonia), che fugge dall’imprevedibilità degli eventi esprimendosi nell’armonia di scultura e poesia etica (i Baustelle); dall’altra il dionisiaco (Dioniso, dio del piacere e dell’ebrezza), che esprime l’esaltazione creatrice della musica e della poesia lirica (I Cani).

Nietzsche ci consegna una coppia di opposti che, avvicinandosi, riescono a convivere alla perfezione. Vita, morte, orribilità dell’essere. Nelle tragedie di Eschilo, Euripide e Sofocle l’aspetto apollineo e quello dionisiaco si bilanciano e si armonizzano tra loro creando una cerimonia laica tra spettatore e poeta. Un miracolo metafisico. Lo stesso che, in questo speciale disco, creano i Baustelle e I Cani.

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