Armando Cacciato: «Alla ricerca della dignità umana in una società concentrata sul nulla»

Armando Cacciato

“Lo stato delle cose” è il nuovo album del cantautore siciliano Armando Cacciato. Ognuna delle 12 tracce rappresenta una sfaccettatura dell’artista. L’artista ha deciso di riarrangiare, come ultimo brano dell’album, “Sogno dimensionale”, portato nel 2001 alle selezioni di Sanremo Giovani.

“Ho trovato delle sonorità al passo con i tempi e decisamente in linea con l’album – ha detto Armando Cacciato su “Sogno dimensionale” -. Per questo ho deciso di inserirla”. Il testo, scritto da Diego Sgammeglia, mette in contrapposizione l’eterno conflitto di personalità tra la ragione e il sentimento.

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Armando Cacciato, benvenuto! Il tuo nuovo album è “Lo stato delle cose” contenente 12 tracce. A cosa si riferisce il titolo?
Ciao! Il titolo è parte di una strofa di “Radio Nostalgia”, la seconda traccia dell’album. Un brano che vuole riaffermare la dignità umana in una società concentrata sul nulla, mentre accade ogni nefandezza e noi siamo distratti dai social network.

Come e quando nascono i brani del disco?
I brani sono nati principalmente nel corso di questi ultimi anni. Alcuni diversi anni fa. Ad esempio “Un astronauta” è stata scritta nel 2011. Praticamente mai edita, l’abbiamo riarrangiata ed il testo, oggi, risulta ancora attuale. Ogni traccia rappresenta una tua diversa sfaccettatura.

Quali erano le emozioni che provavi durante la scrittura dell’album?
Il processo creativo è durato circa un anno e mezzo. Dopo aver scritto testi, melodie e parti di arrangiamento ci siamo ritrovati in studio dal mio amico Pierangelo Carvello, ottimo arrangiatore e musicista. Pier ha decisamente dato il suo contributo aggiungendo idee e sonorità che hanno arricchito il progetto. Alcuni brani sono nati in corso d’opera (alcuni rimasti inediti) ed ogni brano è parte di me.

Dentro ci sono anche temi che toccano tutti noi: i migranti, il cambiamento climatico, la cattiveria umana. Perché?
Vedi, oltre ad essere un cantautore, sono anche un insegnante e pedagogista. Lavoro con i ragazzi, lavoro anche per persone indifese. Non posso rimanere inerme a tutto ciò che subiamo. A tutto ciò che subisce la gente perbene o che almeno prova ad esserlo. L’essere umano non prova più indignazione verso ciò che subisce quotidianamente, ai diritti violati, al razzismo continuamente imperante, al bullismo senza età. Riesce però ad indignarsi per le stupidaggini propinate da certa tv e determinati contenuti sui social. Roba da “boomer”, insomma.

“Sialia” è dedicata a David Bowie. Cosa ti lega al Duca Bianco?
Quando morì Bowie fu uno shock. Era da qualche giorno uscito “Lazarus”, praticamente il suo testamento in musica e immagini (video sorprendente) che non lasciava presagire nulla di buono. Il testo parlava di una libertà che avrebbe raggiunto nel momento in cui avrebbe lasciato la vita terrena. “Just like a bluebird”. Questo uccello, in italia, viene appunto chiamato Sialia. Simbolo di libertà. Chiamai la mia amica Simona Malandrino (chitarrista eccezionale che ha da poco pubblicato un album, Suono Come Sono) e le chiesi di buttar giù degli accordi ed un arrangiamento. Nacque Sialia, e l’anima volò via.

Il disco si conclude con “Sogno dimensionale”, portato nel 2001 alle selezioni di Sanremo Giovani e riarrangiato. Ci racconti di quell’esperienza? Come mai hai deciso di rimodellare il brano?
Anche qui c’è lo stesso discorso riguardante “Un Astronauta”. Negli anni ho partecipato a diversi festival con dei brani che, effettivamente, non erano mai stati ufficialmente pubblicati. Così ho deciso di rispolverare “Sogno Dimensionale”, brano scritto da Diego Sgammeglia, tastierista del nostro gruppo Harea Creativa. Arrivammo alle finali nazionali. Fu un esperienza bellissima che ci permise di conoscere tanti altri musicisti. Con alcuni dei quali ( ad esempio lo scrittore e giornalista Dario La Rosa, ai tempi il cantante dei Treni Lenti) siamo rimasti fraternamente amici.

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