
Quando si parla degli Strokes cโรจ sempre molto rispetto perchรจ, diciamocelo senza fronzoli, รจ stato grazie a loro che la scena indipendente, il cosiddetto โindieโ esiste oggi. Lasciamo stare che la denominazione โindieโ ora sia intesa in tuttโaltro modo soprattutto in Italia ma tantโรจ.
Il merito degli Strokes, se di merito possiamo parlare in questo caso, รจ stato quello di suonare i propri generi e raccoglierli in quello che fu nel 2001 โIs This Itโ. ร questo โ per lโappunto โ quello di cui stiamo parlando, una band che รจ ripartita dallโorigine di una specifica musica, il rockโnโroll piรน puro, per riportarlo 40 anni nel futuro, una macchina del tempo dal 1961 al 2001.
Oggi, nel 2020, quasi un ventennio dopo quellโesordio, gli Strokes non sono piรน quelli di un tempo. Ma in realtร lo sono ancora. La svolta elettronica โ sarebbe piรน appropriato parlare di โtuffo negli anni โ80โ โ li accompagna e li guarda da un binario parallelo fin da โAnglesโ del 2011 anche se in realtร di elettronico non hanno nulla. Tanto di new wave.

Cosรฌ la โnuova ondataโ colpรฌ la musica degli anni โ80 con Talking Heads, Roxy Music e anche Depeche Mode, cosรฌ nel 2001 i cinque newyorkesi colpirono la musica mondiale riportano vecchi sound e a tutti gli effetti il termine โvintageโ entrรฒ nel dizionario comune.
โReptiliaโ, โHeart In A Cageโ e โJuiceboxโ continuano a rappresentare il contingente personale fuori dai sixties su cui gli Strokes hanno basato il loro successo commerciale della prima decade seguiti poi da โAnglesโ e โComedown Machineโ, opere meno โvendibiliโ ma assolutamente personali.
Non รจ un caso che il gruppo americano abbia allentato il suo abbraccio collettivo pubblicando solamente 3 album dal 2011 a oggi, risultato di una lenta cicatrizzazione delle ferite musicali del passato in merito di una personalizzazione musicale ma piรน che altro testuale.
Come se i Ramones fossero diventati i Clash, dallo spasmo adolescenziale al sindacalismo.
Questo cambiamento perรฒ puรฒ anche essere inteso come uno stagnamento nel proprio sound โ i R.E.M. ci hanno costruito una carriera, Ligabue e Vasco per citare due nomi nostrani โ e una caratterizzazione delle musiche, chitarre e synth su tutti. Effetti che sono ben visibili anche nei lavori solisti di Julian Casablancas e Albert Hammond Jr. Ora, sette anni dopo il precedente โComedown Machineโ, gli Strokes sono tornati con un nuovo album, lasso temporale che li accomuna ai Pearl Jam che da poco hanno rilasciato โGigatonโ. E gli effetti sono stati assolutamente (in)desiderati.
โStupendoโ
โSempre la solita robaโ
โGli Strokes non sono piรน quelli di โIs This Itโ
โNe avevamo bisognoโ

Queste e molte altre le affermazioni dei fan sui social riguardanti โThe New Abnormalโ, la nuova anomalia musicale degli Strokes. Oltre che sulla voce di Julian, un lavoro che si fonda maggiormente sulle chitarre di Albert Hammond Jr. e Nick Valensi, scheletro della band, che riescono inequivocabilmente a guidare una macchina che dopo sette stagioni poteva letteralmente schiantarsi. Cosรฌ รจ fortunatamente non accaduto.
โThe Adults Are Talkingโ, โWhy Are Sundayโs So Depressingโ โ che in tempi come questi ha anche una valenza maggiore โ e la conclusiva โOde To The Metsโ mettono un punto fermo sulle sei corde dei due musicisti che, a loro volta, mettono i puntini sulle i nelle canzoni e nella carriera degli Strokes e si confermano punti fermi loro stessi della musica della band.
โThe New Abnormalโ dimostra che la musica del 2020 di Julian, Albert, Nick, Nikolai e Fabrizio non รจ ancora una destinata a durare in eterno ma per il momento, ora e qui, ne avevamo davvero bisogno.
VOTO 7

