
Dopo lโascolto in anteprima del nuovo disco โDocโ, in quel dello Spirit de Milan โ nel capoluogo lombardo โ Zucchero si รจ sottoposto alle domande e alle curiositร dei giornalisti, ecco alcune delle sue dichiarazioni in conferenza stampa:
โQuando ho iniziato a comporre lโalbum ho pensato a come avrei potuto creare un lavoro che non fosse soltanto la protesi del mio disco precedente e partendo da questo ho iniziato la mia ricerca. Non รจ stato facile perchรจ in precedenza sono stato in tour due anni e poi ora tutto cambia e muta velocemente, riguardo alla musica. Ho messo insieme un team di lavoro, con Max Marcolini e Don Was, che si occupasse rispettivamente della parte โorganicaโ e della parte elettronica โcaldaโ, cercando produttori che sapessero lavorare su suoni da combinare agli strumentiโ.

Poi continua precisando sui testi di un album che ha una definizione molto intimista:
โHo pensato a scrivere quello che sento, ciรฒ che mi circonda sia in Italia sia nel mondo. Mi sono accorto che ci sono luci e uno spirito da seguire. Eโ come se, per me ateo convinto, sentissi una redenzione. Percepisco una fede, che non deve essere per forza inquadrata verso โDioโ nellโaccezione piรน classica, cristiana. Sono molto geloso di questo album, ho toccato delle cose intime. Era quasi come un segreto da mantenere e da ricondurre alla vitaโ.

Infine sulle sue origini:
โSono โmalatoโ (inteso come molto appassionato, ndr) delle mie radici, piรน vado avanti piรน me le sento addosso in maniera profonde.
Nelle canzoni mi piace mettere anche qualche frase in dialetto, perchรจ con poche parole a volte mi aiutano a esprimere un concetto in maniera sintetica: sono espressioni calde, che mi ricordano la mia infanzia; una cosa alla quale penso spesso quando sono in giro per il mondoโ.
