Indianizer senza linee di confine in โ€œNadirโ€

Indianizer - Foto di Ivan Cazzola
Indianizer โ€“ Foto di Ivan Cazzola + Pietro Leddi artwork

Da un esperimento lisergico per viaggi mentali di alta qualitร  alla fine di una trilogia.

Nel 2015 il quartetto torinese Indianizer pubblica โ€œNeon Hawaiiโ€, un racconto di un viaggio alla ricerca di un posto sotto il Sole, seguito tre anni piรน tardi, nel 2018, da โ€œZenithโ€, in cui quel Sole lo hanno trovato per investigare allโ€™interno di misteri irrisolti e veritร  mai rivelate.

Con โ€œNadirโ€ si chiude un cerchio in cui Sole, Luna, atmosfere malinconiche e visioni oscure fanno da padroni. Ilย nadirย รจ lโ€™intersezione della perpendicolareย allโ€™orizzonteย passante per lโ€™osservatore con lโ€™emisfero celesteย invisibile ed รจ il punto diametralmente opposto allo Zenit.

Indianizer copertina album "Nadir"

Il ritmo รจ ancora una volta al centro dei pensieri della band piemontese che vuole danzare con il proprio pubblico in un continuo amplesso sessuale che abbraccia maggiormente la Disco music del Medio Oriente ma mai tralasciando influenze sudamericane e africane.

Musiche e parole sono pensate per i live show e infatti sono state utilizzate tre lingue: spagnolo, inglese e creolo, a volte mischiate addirittura tra loro. Rock psichedelico e linee di basso vorticanti per un lavoro avulso dalle leggi di classifica odierne.

Non esistono barriere, non esistono confini, esiste solo Nadir.

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