
Il caldo e un poโ di โeffetto sardineโ non hanno fermato i fans accorsi martedรฌ 25 giugno allโIppodromo di San Siro a Milano per vedere il concerto di Calcutta.
Il cantautore di Latina si รจ esibito nella cornice meneghina in uno spettacolo di unโora e mezza circa lasciando complessivamente una piรน che buona impressione alle persone accorse a vederlo.
Ma quali sono state le cose che hanno funzionato e quali non hanno funzionato durante il concerto? Abbiamo provato a chiedercelo estrapolando i โMomenti Topโ e i โMomenti Flopโ dello show.
TOP
La band scelta per il concerto
Cantautorato vuol dire soprattutto parole, versi e testi, ma attenzione a non sottovalutare lโimpatto dei musicisti sullo stage insieme a Calcutta. Molto bravo il coro, formato da quatto ragazze, ottima la sezione ritmica. Speciale, infine, il sassofono di Andy (dei Bluvertigo) al termine dellโesecuzione di โHubnerโ.
Il pubblico eterogeneo
Dai bambini agli ultracinquantenni, passando per i millenials. Calcutta รจ ormai diventato โun prodotto trasversaleโ che abbraccia piรน di una generazione con le sue canzoni.
La certezza di trovare le hit da cantare a squarciagola
Eโ vero, non รจ che il repertorio di Calcutta sia formato da 300 canzoni, ma la volontร di non disperdere quelle che si identificano come โhitโ รจ importante. Infondo ai concerti si va per intonare le canzoni simbolo o mainstream, per usare il titolo di un album dello stesso cantante laziale.
FLOP
La presenza scenica
Edoardo DโErme, in arte Calcutta, non รจ certamente un agitatore di folle e forse non vuole neanche esserlo. Un poโ piรน di โpresenzaโ sul palco perรฒ ce la attendevamo, ma non รจ detto che col passare del tempo non arrivi quellโinterazione col pubblico che in piรน di qualcuno desidera.
I troppi video con gli smartphone
โMa limonate anzichรจ fare i video col cellulareโ โ urla dal palco Calcutta. E mai come questa volta ci sentiamo di essere con lui. Va bene fare una foto per Facebook, un paio di stories su Instagram, un audio da inviare agli amici su Whatsapp, ma utilizzare lo smartphone come prolungamento permanente del braccio sembra a volte esagerato.
Come recitava un vecchio agio: โLe migliori foto sono quelle che non sono mai scattate, ma restano impresse nella nostra memoriaโ.
