THE WINSTONS: la recensione di “Smith” (2019)

NOME

The Winstons

GENERE

Rock’n’Roll-Sixties

ESORDIO

The Winstons (2016)

ULTIMO ALBUM

Smith (2019)

COPERTINA

The Winstons copertina album "Smith"

ELENCO CANZONI

Mokumokuren
Ghost town
Around the boat
Tamarind smile/Apple pie
A man happier than you
Not dosh for parking lot
The blue traffic light
Blind
Impotence
Soon Everyday
Sintagma
Rocket Belt

VIDEO/SINGOLI DALL’ALBUM

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PUNTO DI VISTA

I tre fratelli Linnon, Rob ed Enro Winston ovvero The Winstons tolgono la polvere dalla loro macchina del tempo e ci riportano negli anni ’60, a tre anni dall’esordio omonimo del 2016. In mezzo un 45 giri omaggio al post punk inglese nel 2017 con la cover di “Golden Brown” dei The Stranglers e la riproposizione di “Pictures At An Exhibition” di Modest Mussorgskij nel 2018. Piccolo silenzio e di nuovo un tuffo a braccia aperte nel rock’n’roll e nel beat per riportare a galla generi lasciati ai margini della musica a favore del moderno indie-rock.

The Winstons pubblicano il secondo e nuovo album "SMith"

Enrico Gabrielli, Roberto Dell’Era e Lino Gitto, cioรจ i fratelli Winstons, impacchettano 41 minuti di piacevoli ricordi ancestrali grazie anche alla presenza di alcuni ospiti: Nic Cester (Jet), Mick Harvey (The Bad Seeds), Richard Sinclair (Caravan), Rodrigo D’Erasmo e Federico Pierantoni.

Jerry Garcia prende forma in “Not Dosh For Parking Lot” mentre i Kinks e gli Who animano “Ghost Town” e “Blind” e i Beatles guidano un po’ tutto il teatro dei musicisti milanesi. “Rocket Belt” con Nic Cester รจ il meraviglioso finale, di woodstockiana fattura, con controcanti limpidi che lascia aperta ancora (e speriamo per moltissimo tempo) la finestra sixties.

VOTO: 7

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