NOME
Coma Cose
GENERE
Indie-Pop
ESORDIO
“Inverno Ticinese” EP
ULTIMO ALBUM
Hype Aura (2019)
COPERTINA
ELENCO CANZONI
Granata
Mancarsi
Beach Boys distorti
Via gola
A lametta
S. Sebastiano
Mariachidi
Squali
Intro
VIDEO/SINGOLI DALL’ALBUM
PUNTO DI VISTA
Non sottovalutare mai il ritorno.
Dopo una serie di singoli e l’EP “Inverno Ticinese”, il duo milanese composto da Fausto Lama e Francesca Mesiano arrivano finalmente all’album di debutto per Asian Fake. “Hype Aura” – letteralmente “Hai Paura” – è l’abbraccio dei due artisti milanesi in copertina che si fanno forza a vicenda per cominciare una volta per tutte il percorso discografico, accettando critiche, lamentele e positività dalla stampa e dal pubblico – “Quindi non preoccuparti se hai paura..”.
“Hype Aura” è il prodotto finale dei due che arrivano da un tour estivo sold out e si preparano per la prima volta a calcare i palchi dei maggiori club italiani. Nove tracce in cui i giochi di parole e incroci verbali rappresentano il punto critico della musicalità dei Coma Cose e in cui basta poco per uscire fuori dal binario.
Il disco si apre con la vitalità di “Granata” che tuttavia non riesce a toglierci dalla mente il ritornello di “Post Concerto” mentre i toni si abbassano con la romantica “Mancarsi”, gli sbalzi d’umore che ‘causano drammi’, all’avere vent’anni. Una delle migliori del disco.
L’hip hop arriva a gamba tesa in “Beach Boys Distorti” e poi con “Via Gola”, primo singolo estratto, il canto pop arriva dolce e facile. “Dammi una lametta che mi taglio le vene” cantava la Rettore nel 1982, ora i Coma Cose la cantano in “A Lametta”, ballad in cui il piano è l’autista di Fausto e Francesca.
Milano è il pensiero fisso dei Coma Cose, “S. Sebastiano” – dedicato al tempio situato in Via Torino? – dove il duo approda dopo il ‘rave alle Colonne. I Mari Acidi (“Mariachidi”) in cui nuotano gli “Squali” chiudono il primo lavoro dei Coma Cose prima dell’effettivo saluto con un “Intro”.
Fausto e Francesca giocano alle parole crociate sui testi di “Hype Aura” e divertono sui pad e sui synth per rapire l’attenzione del pubblico. Nove canzoni in cui la formula rimane sempre la stessa, e speriamo che, andando avanti, il duo lombardo riesca ad allargare la sua visione melodica fino ad ora basata quasi esclusivamente su di un cantato sincopato.