Site icon End Of a Century

FRANCESCA MICHIELIN: la recensione di “2640” (2018)

NOME

Francesca Michielin

GENERE

Pop/Indie-pop

ESORDIO

Riflessi Di Me (2012)

ULTIMO ALBUM

2640 (2018)

COPERTINA

 

francesca-michielin-2640-copertina-album-2-end-of-a-century-foto.jpg

ELENCO CANZONI

Comunicare 
Bolivia 
Noleggiami ancora un film 
Io non abito al mare 
Tropicale 
E se c’era….
Scusa se non ho gli occhi azzurri
Vulcano 
Due galassie
La Serie B
Tapioca 
Lava 
Alonso

VIDEO/SINGOLI DALL’ALBUM

 

PUNTO DI VISTA

Un disco che è un flusso di coscienza distribuito in tredici tracce.
Francesca Michielin, pur essendo ancora molto giovane (23 anni appena compiuti) fa un ulteriore passo in avanti e abbandona i panni della «Franceschina carina e cucciola» di Di20re e ci prende per mano per portarci nel suo mondo. I tre triangolini colorati sulla copertina sono la chiave di lettura del lavoro: il rosso dei vulcani, delle parole più dure; il blu rappresenta il mare, il verde le montagne. Il suo intento è chiaro fin da principio, Comunicare (con testo molto Jovanottiano) è tanto la prima traccia quanto il vero e proprio manifesto programmatico del nuovo lavoro della cantautrice e polistrumentista di Bassano del Grappa.

Fa tutto da sé la ragazza che, allora sedicenne, vinse X Factor nel 2011. E da allora di strada ne ha fatta, affermandosi come una delle realtà più interessanti della musica italiana e arrivando alla piena conferma con 2640. Un titolo evocativo, riferito alla quota slm di Bogotà, capitale della Colombia dove la stessa Francesca voleva fuggire dopo il caotico periodo che ha fatto seguito all’uscita del precedente disco. Riposti gli intenti di fuga, la MIchielin si è chiusa in studio e ha messo in musica tutto il mix di sensazioni e sentimenti che hanno attraversato il suo animo. Il risultato è stato un caleidoscopio di colori e sonorità, in cui si trovano  i paesaggi, il mare (Io non abito al mare), la montagna, i vulcani, le città; e ancora, l’elogio alla lentezza e la nostalgia – ma senza ridicoli nostalgismi stile “si stava meglio quando si stava peggio” – per i tempi in cui ancora la tecnologia non aveva pervaso ogni aspetto delle relazioni umane (Noleggiami ancora un film ), la Formula 1 (Alonso), le serie tv, il calcio come metafora di una delusione amorosa (La Serie B), l’invito ad agire in prima persona per il cambiamento (Bolivia).

Quasi tutte le canzoni sono state scritte da lei, ma non manca il tocco esterno: c’è la firma di Tommaso Paradiso in E se c’era… mentre Calcutta mette il suo inconfondibile stile co-firmando Io non abito al mare e La Serie B e scrivendo Tropicale. Il disco scorre bene, grazie anche al sapiente mix di sonorità che la Michielin ci ha messo dentro, strizzando anche l’occhio all’hip hop (Lava, abrasivo pezzo in inglese sul ruolo delle donne nella società) e alla world music (Tapioca, con la complicità di Cosmoanche lui uscito con il nuovo lavoro proprio in contemporanea a quello di Francesca – che ha campionato e arrangiato la parte in lingua ghanese). Il tutto su una linea prevalentemente pop, però declinato in tutte le sue sfumature.

2640 è un disco sorprendente, gradevole e ben confezionato. E che mette molta curiosità anche sul suo rendimento dal vivo. Ora non resta che aspettare marzo e l’avvio del tour, noi siamo pronti a scommettere che sarà un successo.

VOTO: 7,5

 

Exit mobile version