Mani fredde, cuore caldo. Il Monk si riempie di cuori invisibili per la data romana del Manifesto Tropicale Tour dei Selton, formazione brasiliana di base a Milano.
Doppio palco per il locale romano che per evitare problemi logistici e tempistici di cambi non troppo veloci utilizza la soluzione del palco-mixer allโingresso della sala concerti. Ad esibirsi in apertura ai Selton una delle sorprese dellโindie italiano: Eugenio In Via Di Gioia. Il quartetto torinese ha scaldato il pubblico per 40 minuti, presentando non solo i brani dellโultimo Tutti Su Per Terra ma anche dellโesordio Lorenzo Federici. Gli Eugenio divertono con gag improvvisate e coinvolgono gli spettatori in controcanti, saltelli e cubi di Rubik da sformare. Prendete Lo Stato Sociale, mettetegli un sorriso e trasformateli in Elio e Le Storie Tese.
I Selton, forti dei loro nuovi giacchetti e dei led ad arcobaleno dietro la batteria, salgono sul palco qualche minuto dopo le 23.30. Protagonisti principali della scaletta del quartetto ormai italo-brasiliano sono gli ultimi due album Manifesto Tropicale (2017) e Loreto Paradiso (2016), mix perfetto tra lโindie-rock italiano e la Bossa Nova brasiliana. Le canzoni piรน aspettate dal pubblico sono Cuoricinici (chiamata piรน volte a gran voce nella sala) e Voglia di Infinito, accolta da un boato e da balli sconclusionati.
Ramiro Levy, cantante e chitarrista della band, annuncia la cover dei Phoenix If I Ever Feel Better, chiara denotazione di come i quattro brasiliani stiano sempre piรน cercando di prendere il percorso di Thomas Mars lasciandosi alle spalle lโamore della vita Enzo Jannacci.
Nel bis Piccola Sbronza e Eu Nasci no Meio de um Monte de Gente salutano il pubblico del Monk, arrivato in una sera fredda di dicembre per sentire sulla pelle un poโ di sole caldo del Brasile.
