“Solo un uomo” è il nuovo EP del cantautore romano Jeson. Il progetto attinge a suoni R&B, rap, pop, atmosfere Gospel, oltre a twist di elettronica. Nei sei brani Jeson racconta le esperienze che ha vissuto finora, dividendole in capitoli per riflettere meglio su se stesso attraverso la musica e per trasmettere il valore importante dell’accettazione di se.

L’ispirazione per il titolo è venuta da un film, come spiega Jeson: “Marco Aurelio decise di assumere un servo per farsi accompagnare nelle piazze di Roma. Questo aveva solo un compito, sussurrargli all’orecchio mentre lo riempivano di lodi “sei solo un uomo!”

Ciao Daniele! “Solo un uomo” è incentrato sul racconto della tua vita e delle tue esperienze. Se dovessi tirare le somme di questo tuo primo quarto di secolo cosa ci diresti?
Che ho fatto una vita normale non diversa da altri, niente di particolare da raccontare. L’unica cosa che mi ha reso la strada più complicata di altre è stato il mio modo in cui vedevo le cose. Mi sono messo in dubbio molte volte, ci ho sofferto, ho superato certi limiti che avevo con la psicoterapia entrando a contatto con un mondo che non conoscevo. Ho continuato a lavorare sulla musica divertendomi prima di tutto e realizzando alcuni obiettivi che mi ero prefissato. Ho lavorato molto su di me, perché mi voglio bene e non voglio essermi da intralcio. Se scoprissi un giorno che l’ostacolo ai miei sogni e ai miei progetti sono io sarebbe il mio più grande fallimento.

“Solo un uomo” apre l’EP ed è un brano con cui hai voluto spiegare quanto sia importante accettarsi per ciò che si è. Ma tu ti accetti per quello che sei?
Sto imparando a farlo, sto seguendo un percorso per arrivare esattamente a questo.

Oggi hai ancora paura di non essere all’altezza in qualche situazione?
Sì, certo, non sono perfetto, anzi. È il coraggio di buttarmi che oggi ho e che prima non avevo.

Sulla copertina di “Solo un uomo” ci sei tu che sul volto sei inondato da una luce rossa a forma di croce. Che significato ha?
Non ha un significato preciso, mi piaceva l’immaginario e lo stile della foto.

L’EP si chiude con “Il mio posto”. Senti di aver trovato il tuo posto nel mondo?
Come ho detto già altre volte si! La musica è il mio posto nel mondo.