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Roberto Molinelli, intervista al Marchigiano dell’Anno: l’incontro tra musica classica e rock

Roberto Molinelli - Foto Angelucci
Roberto Molinelli – Foto di Luigi Angelucci

Apprezzato per la sua capacità di creare, comporre e realizzare progetti di ogni genere musicale dal classico, al jazz, al pop, al rock cercando di costruire un dialogo tra generi e stili diversi, Roberto Molinelli ha vinto il premio Premio Nazionale Accademia Marchigiani dell’Anno che celebra le personalità distintesi nel panorama imprenditoriale, culturale, politico, artistico, sportivo, giornalistico, diplomatico, medico, ecclesiastico, volontaristico e solidaristico.

«Attraverso la mia arte e la mia professione, cerco di portare con me la nostra marchigianità nei concerti che realizzo in Italia e all’estero», ha detto il Maestro Roberto Molinelli ricevendo il premio come Marchigiano dell’Anno.

Come direttore, compositore e arrangiatore nel corso degli anni ha collaborato con artisti come Andrea Bocelli, Lucio Dalla, Josè Carreras, Tony Hadley, Mahmood, Extraliscio e tanti altri. Inoltre ha diretto e arrangiato l’orchestra del Festival di Sanremo in varie edizioni, ottenendo la votazione come miglior arrangiamento della Giuria di Qualità per “Biancaneve”, interpretata da Alexia e Mario Lavezzi, mentre, al Festival di Sanremo 2021, ha ottenuto il 3° posto per gli arrangiamenti “Bianca Luce Nera” e “Medley Rosamunda”, scritti per gli Extraliscio, che ha anche diretto in tutte le serate.

Roberto Molinelli – Foto di Luigi Angelucci

Buongiorno Maestro Molinelli! Lei ha ricevuto il Premio come Marchigiano dell’Anno, cosa vuol dire per lei aver ricevuto un premio così?
Ringrazio tantissimo il comitato dell’Accademia Marchigiani dell’Anno che ha scelto il mio nome e è stata una bellissima sorpresa. Faccio musica da sempre, da quando sono nato. E il mio auspicio è quello di far conoscere le Marche in tutto il mondo. Io collaboro con orchestre di tantissimi Paesi del mondo e la mia idea è portare la mia Regione, ma in generale tutta l’Italia, nel mio lavoro. Tra l’altro io sono autore di un’opera che si intitola “Montessoriana”, dedicata a Maria Montessori che nell’ambito dell’Istruzione e della Pedagogia è uno dei nomi più conosciuti in assoluto in tutto il mondo. Lei è nata a Chiaravalle, quindi marchigiana. L’opera è stata eseguita negli Stati Uniti ma anche in Svezia. Alcuni passi di quest’opera sono stati usati come inni nelle innumerevoli scuole montessoriane sparse in tutto il mondo.

Qual è il punto esatto di incontro tra la musica pop e la musica sinfonica? Cambia la sua metodologia di lavoro mentre si approccia a uno o all’altro genere?
Naturalmente i due tipi di musica partono da approcci differenti. La musica classica parte da un approccio ritmico che si collega alla melodia. Ad esempio in un’opera di Verdi o di Puccini, la parte del canto è in funzione della melodia. Nel pop e nel rock è esattamente il contrario, si parte da un groove ritmico molto definito (per esempio la dance music ma anche i Deep Purple). Nel campo del pop e del rock si fa esattamente il contrario: si parte da un ritmo e si adatta il canto a questo groove.

Quindi risulta facile riportare in maniera sinfonica i brani dei grandi del pop?
Per i grandi nomi del pop come Michael Jackson e Madonna risulta più facile riportarli in chiave sinfonica. La vita di molte voci pop è stata legata alla musica classica. Come ad esempio quella di Freddie Mercury. La voce dei Queen doveva venire negli anni ’80 ad esibirsi all’Opera Festival di Pesaro, c’erano stati dei contatti. Questo per dire quanto la sua carriera fosse legata alla musica classica. Per non parlare del suo ultimo disco e di “Barcelona” con Monserrat Caballé, in quel disco c’è pop e gospel.

I suoi primi ascolti sono stati di musica classica o di altro genere?
Ho iniziato a suonare in Conservatorio ma ho sempre guardato la musica a 360°. Negli anni ’80 mi piacevano tantissimo Emerson Lake & Palmer, i Genesis, i Gentle Giant ma anche i nostrani PFM. Facile dire 100 anni dopo la sua morte che Mozart fosse un genio e infatti è rimasto, così come la musica anni ’70 e ’80. Ma dopo quarant’anni cosa rimane oggi? Rimangono i Pink Floyd, rimangono i Queen, i Beatles. Tutti coloro che hanno indicato una via diversa e originale, con una musica piena di contenuti. “The Wall” è una delle opere rock più belle e geniali mai scritte, io la pongo allo stesso livello di altri musical come “West Side Story” o opere liriche classiche.

Negli anni lei ha collaborato con tantissimi artisti, da Andrea Bocelli Tony Hadley, ma anche Lucio Dalla. C’è un aneddoto, un racconto oppure un momento particolare che ricorda con piacere?
Ognuno di loro mi ha portato a essere in contatto con pubblici differenti. E da ognuno di loro ho preso tantissimo. Sono cresciuto con la musica di Tony Hadley ad esempio. Mi ricordo un giorno Lucio Dalla, il primo grande artista con il quale ho lavorato, mi chiamò nel suo studio e mi fece sentire una nuova canzone per la quale non aveva ancora scritto il testo, la cantava in un inglese un po’ maccheronico. Quella canzone era “Caruso”. Poi ricordo quando lavorai all’arrangiamento di “Con te partirò” di Andrea Bocelli e nessuno prevedeva che quella canzone avrebbe avuto un successo mondiale. Ora appena fai le prime note di quella canzone, frotte di persone cominciano a cantarla con te. Nessuno ha mai la sfera di cristallo per prevedere quello che succederà, da una parte è bello perché quando succede ti riempie di emozioni e di soddisfazioni.

Lei ha anche diretto l’orchestra del Festival di Sanremo in diverse edizioni e arrangiato brani per diversi artisti. Le piacerebbe tornare su quel palco nel 2024?
La possibilità c’è stata anche nel 2023, non posso rivelare altro ma alla fine non è successo. L’ultima volta fu nel 2021, indimenticabile perché è stata l’unica edizione senza pubblico in sala. Lavoro straordinario da parte di Amadeus che ha portato la musica attuale sul palco dell’Ariston. Come Mahmood, col quale ho lavorato, abbiamo fatto dei concerti, uno degli artisti che strizzano meglio l’occhio alla musica internazionale. Nel 2009 andai con Alexia e Mario Lavezzi per “Biancaneve” e ricevetti il premio per il miglior arrangiamento. Ho bellissimi ricordi di Sanremo!

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