Site icon End Of a Century

Gemini Blue: «Non viviamo nel passato. Il nostro motto? ‘Chi gioca con i sentimenti si diverte, chi soffre sono gli altri’»

Gemini Blue

“Players Will Play, Lovers Will Play” è il disco che raccoglie l’anima sperimentale dei Gemini Blue, duo originario del Lago di Garda. Una fotografia del loro percorso musicale dove la contrapposizione di suoni sintetici ed acustici porta i due ad abbracciare diversi stili musicali: dal fuzz al rock, dai ritmi africani al modern blues.

Anticipato dai singoli “Alternatives”, “Bullshit Song” e “Demons Of The City”, “Players Will Play, Lovers Will Play” è una raccolta di brani eclettici e variegati, un distillato di influenze ed approdi che disegnano l’universo sonoro dei Gemini Blue, un disco suonato ‘vecchio stile’ ma figlio di un ricercato lavoro di studio accanto a Paolo Blodio Fappani.

Gemini Blue copertina 'Players Will Play, Lovers Will Play'

Ciao ragazzi! Come nasce il vostro disco “Players will play, lovers will play”? Perché questo titolo?
Circa un anno fa dopo un concerto in latteria Molloy a Brescia conosciamo Blodio e iniziamo a lavorare insieme nel suo studio con l’intento di fotografare lo stato attuale della band. Questi brani li avevamo nel cassetto da un po’, siamo stati produttivi fin da subito quando ci siamo conosciuti quindi non vedevamo l’ora di registrarli a modo. Per quanto riguarda la scelta del titolo, quando ci siamo conosciuti eravamo entrambi in situazioni sentimentali diciamo difficili ed abbiamo legato anche grazie a questo, in diversi dei nostri brani riportiamo questo nostro lato. “Players Will play, Lovers Will Pay” è una sorta di motto nato per caso che vuol proprio dire che chi gioca con i sentimenti alla fine si diverte mentre chi soffre sono gli altri.

Blues, rock, fuzz e psichedelia. Ma quanta improvvisazione c’è nei brani dei Gemini Blue?
Dal vivo ce n’è tanta! Ed anche quando scriviamo molte idee nascono così, dopo ovviamente riordiniamo gli spunti e diamo forma al brano. In generale comunque essendo in due ci divertiamo e sperimentiamo quando suoniamo insieme.

Parliamo della copertina dell’album. L’artwork è il secondo capitolo della collaborazione tra voi e il collettivo Knup! Ma cosa rappresenta?
La copertina del disco è il risultato dell’interpretazione dei ragazzi del collettivo KNUP! alla nostra musica e al nostro universo sonoro. Stimiamo molto i ragazzi ed il loro concetto del sdoganare l’opera d’arte da un qualsivoglia significato che a volte viene assegnato forzatamente a quest’ultima, proprio per questo intendiamo non dare nessuna spiegazione sulla copertina, ma lasciare a voi ascoltatori il compito di trovarne uno (oppure no).

Avete portato a X Factor le vostre versioni di “Hey Joe” di Jimi Hendrix e “No church in the wild” di Kanye West. Che esperienza è stata quella del talent? La rifareste?
X Factor per noi è stata una breve parentesi in cui abbiamo visto un ambiente nuovo rispetto a quello a cui siamo abituati. È stato bello portare la nostra musica, o meglio queste due cover riadattate, di fronte ad un pubblico così vasto che magari si aspettava qualcos’altro. Ricordiamo con piacere i volti del pubblico un po’ confuso dopo la prima esibizione.

C’è una cover che vi piacerebbe assolutamente rifare?
Il nostro bagaglio musicale si è costruito sulle cover e ci ha permesso di sviluppare la capacità di interpretare, non abbiamo al momento una cover in particolare che ci piacerebbe riproporre, ma fra le nostre rivisitazioni ci sono Radiohead, Gorillaz, Nirvana, Junior kimbrough, Mamadou Diabate. Cerchiamo sempre di lavorare su una cover che ci permette di rimaneggiare il contenuto in modo da imprimerci il nostro tocco e sound.

Per una persona che vi ascolta per la prima volta potreste confondervi con qualche gruppo anni ’70, come i Jefferson Airplane o i Grateful Dead. Quali sono i vostri riferimenti artistici?
Sicuramente il sound degli anni 60 e 70 ci ha permesso di attingere dalla sua smisurata fonte di ispirazione, nei nostri concerti fanno capolino Hendrix e gli Zeppelin, come i Funkadelic e i King Crimson, ma c’è molto altro nel nostro sound e non crediamo si fermi nel passato. Kendrick lamar, Black keys, Bassekou Kouyate e All them Witches sono solo alcuni fra gli artisti “moderni” che ci ispirano costantemente.

Porterete “Players will play, lovers will play” in giro per l’Italia? Che tipo di show ci dobbiamo aspettare?
Il piano è proprio portare il nostro universo immaginario e sonoro in giro per la penisola e non solo. Stiamo lavorando per trovare più date possibile, il tipo di show che dovete aspettarvi è dinamico, con un’interessante variabilità fra un’esibizione e l’altra. Speriamo di vederci sulla via!

Gemini Blue
Exit mobile version