
“Ad Maiora” è il nuovo lavoro di Orlvndo, un concept album di 12 tracce che si muove tra sperimentazioni provenienti dall’alternative R&B, dal pop e neo-soul, che fanno da sfondo alla scrittura cantautorale del cantautore di Verona.
L’album descrive il percorso che l’artista ha compiuto nel passaggio dalla fanciullezza all’età adulta: da una parte le prime 6 canzoni, caratterizzate da un mood più equilibrato, tracce ritmate, scrittura più immediata e asciutta, prese di coscienza alternate da canzoni più divertenti; i rimanenti sei brani evidenziano sonorità più cupe, nostalgiche e profonde. Il filo conduttore? Tematiche come la concezione dell’amore, Dio e la fede ma soprattutto il concetto di tempo.
“Io sono solo un tramite, un operaio delle idee. ‘Ad Maiora’ è il mio auspicio, ‘verso cose più grandi’”.
Track by Track “Universo” di Orlvndo
UNIVERSO
“Non guardarmi così che finiamo nei casini”.
La città di Verona e di Napoli sono state sommerse da post-it con questa frase, senza un nome, o
qualcosa che la collegasse all’artista. Uno dei post-it finì nella seguitissima pagina Instagram “ultimi romantici crew”. “Universo”, la prima traccia del disco gravita tra l’amore e l’autostima. È una canzone atipica, sonorità Pop-R&B con note molto nostalgiche, nate dalla mancanza di
amore, vero tema del brano, e vero tema del disco.
JUST EAT
“Ti ho preso il cuore su Just Eat”.
Il brano racconta uno dei problemi dei giovani nella società odierna: in un mondo veloce, diventa veloce anche amarsi, tutto tende a cambiare troppo velocemente, i sentimenti sembrano essere fuori tempo, tutto si consuma velocemente e alla rincorsa di desideri stereotipati. “Just Eat”, si prende la seconda traccia del disco. Un pezzo UP e sicuramente più aggressivo del precedente, l’impressione è che il disco e le sue sonorità partano adesso; si nota un R&B ricco di contrasti e sfumature anche Pop, che cresce secondo dopo secondo ed esplode nel ritornello. Sicuramente la canzone ha il carattere per essere una seconda traccia.
POST PARTUM
“Non tutti saranno genitori, ma siamo tutti quanti figli”.
Un esame di coscienza, un presa di posizione sui problemi alimentari e quelli familiari che portano
Orlvndo a sentire un costante senso di inadeguatezza e disorientamento. “Post Partum”, la terza traccia del disco, ha la capacità di farti entrare subito nella testa e nel vissuto dell’artista.
Nel brano Orlvndo cerca un punto di riferimento, qualcuno che lo salvi, una figura che non arriva
“inginocchiato a dire 3 Ave Maria, ma sarà in depressione Post Partum e non mi ascolta”.
Con questa ironia pungente, Orlvndo riparte da se stesso e riprende in mano la propria vita,
provando a ricominciare da zero. Dalla Terza traccia si capisce che questo disco sarà molto trasparente, un brano molto molto intimo. Bel coraggio.
OH MAMA
“Oh mama!!, Dio fa solamente miracoli a Lourde!”
L’esclamazione di un amico che, dopo un primo momento di smarrimento, cerca di essere un
buona spalla su cui fare affidamento.
La quarta traccia dell’album parla della vita che cambia ad una ragazza di 17 anni per una
gravidanza indesiderata.
Un racconto ricco di immagini e pieno di speranza.
Orlvndo inizia a portare sonorità più pop, non mancano però i richiami R&B e Hip Hop che si
mescolano alle chitarre, portandola comunque ad avere un carattere molto italiano.

PIANO BAR
“Sarò il tuo piano A, la tua vitamina C, io che a 50 anni ancora guarderò il tuo lato B”.
Alcuni direbbero che una bella canzone d’amore serve sempre dentro a un disco.
Orlvndo ha trovato in modo suo per descriverlo. “Piano Bar” racconta di quella sana voglia di comprendere, di esserci e di accompagnare le scelte dell’amato così come farebbe una colonna sonora. Un amore incondizionato che si concretizza in un unico semplice gesto: donare il proprio tempo all’altro. Orlvndo lotta tra il correre il camminare, si oppone al “tutto e subito” auto convincendosi che l’andarci piano in questo caso sia la scelta migliore. Le sonorità sono prettamente R&B con un finale tutto da scoprire.
L’ITALIA E LA CORSICA
“Come l’Italia e la Corsica, relazione tossica”
La hit estiva di Orlvndo. L’Italia e la Corsica è il brano più Pop fatto dall’artista. Racconta la storia di una relazione complicata e tormentata. “Nata durante gli europei di Calcio, guardando una cartina geografica, come l’italia e la Corsica sono vicine geograficamente, ma distanti per motivi politici, allo stesso modo due persone possono essere vicine fisicamente, ma distanti emotivamente”
La sesta traccia, movimentata e divertente, divide esattamente a metà il disco. Dopo questa canzone il disco prende completamente un altro mood.
COSA RIMANE
“La piramide di Cheope è sopravvalutata agli occhi miei, come la Belen oppure come me”
La focus track e la settima traccia del disco. Si nota subito l’originalità della scrittura e una maturità diversa rispetto ai pezzi precedenti. “Cosa rimane” è stata l’ultima canzone scritta del disco.
Orlvndo mette in risalto varie discrepanze del suo carattere e del suo modo di vivere , scrivendo una lettera alla vita. Nel finale della canzone le sonorità iniziano ad essere meno dolci, più frammentate e cupe. Si percepisce una sensazione diversa dai pezzi precedenti, si sta entrando in un mondo più malinconico, intimo, e reale.
DOPO DI TE
“Dopo di che c’è un pò di me in un pò di te”
Nell’ottava traccia di AD MAIORA, Orlvndo racconta l’amore nel suo aspetto più oscuro, rappresenta il momento in cui il passato incontra il futuro e sembra vincerlo. “Dopo di te” è una liberazione per poter esorcizzare la fine di un amore tossico. La narrazione non è lineare e si divide in due parti: la superficie, caratterizzata da sintetizzatori e sonorità elettroniche, e l’introspezione, dove i suoni diventano più naturali con chitarre, pianoforte, archi e basso, conferendo note di nostalgia e di rabbia.
DENTRO LE LACRIME
“E quando a vent’anni un pò fuggi dai problemi probabilmente avrei le tue carezze”
La nona canzone è la più complessa e intima di Orlvndo, una canzone che l’artista definisce
“Canzone – cinema”. “Dentro le lacrime” ha una struttura a sé stante e la musica segue l’intensità delle parole. Una canzone che non ha seguito logiche di mercato ma solo la necessità di espressione. Racconta la mancanza della madre. Ha delle sonorità inizialmente delicate, dalle chitarre che ti portano in una canzone cantautorale alla De André per poi passare alla potenza delle emozioni e del dolore con suoni molto più frastornati e profondi. Una canzone scritta più per se stesso che per gli altri. Nella canzone compare la voce della mamma di Orlvndo, un piccolo omaggio per renderla immortale nella sua musica.
ANIMA MUNDI
“Cresciuto senza madre quindi non mi tocchi il cuore si auto culla”.
Il decimo brano dell’album. L’unica canzone prodotta da Moonet, nato dall’incontro tra i due artisti al Bologna Musica d’Autore e dalla voglia di creare qualcosa insieme, facendo incontrare due mondi molto simili tra loro. «Il termine latino “anima mundi” indica l’Anima del mondo assimilata a un unico organismo vivente, che impersonifico in una ragazza dalla quale cerco di scappare – racconta Orlvndo – Io e Moonet abbiamo cercato di descrivere questa voglia di fuggire in maniera nostalgica e ricca di attitudine, completamente suonata, fresca e malinconica».
OCCHI DISTRATTI
“Hai gli occhi distratti mentre i miei sono stanchi”
Dopo la viralità su tik tok della prima parte della canzone.
Orlvndo fa nascere questa canzone che racconta come a volte gli occhi possano dire più di mille
parole. E sono proprio gli occhi a guidare la narrazione di questa canzone, dove l’intimità della voce
s’impone fin da subito, quasi come un sussurro all’orecchio, su una base sognante che ci lascia
in balia di una dolcissima nostalgia. Ogni addio ha bisogno di farsi curare dal tempo, ed è proprio in questo lasso di tempo, tra fine e nuovo inizio, che le parole di Orlvndo risuonano scandite dal battito di ciglia di occhi stanchi, distratti, consapevoli che si incroceranno forse per l’ultima volta.
CONFESSIONE
“Se mi chiedessero di guidare fino a casa, non mi fermerei mai più”.
Una confessione. Con questa canzone l’artista vuole raccontare la solitudine , comportandosi per l’ultima volta come un figlio. Una metamorfosi del dolore, un addio al suo lato più fanciullo e la dolorosa trasformazione in un adulto. L’ultima canzone di “Ad Maiora” è caratterizzata dalla rabbia.
