Be The Change, lo studio sull’uguaglianza di genere di Believe e Tunecore

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Foto SAE UK

Believe, una delle società leader al mondo nel settore della musica digitale, e TuneCore,il principale partner dedicato al lancio di artisti indipendenti, presentano la terza edizione dello studio annuale Be The Change: Studio sulla parità di genere. La ricerca di quest’anno è presentata in collaborazione con Luminate, l’azienda leader nella raccolta di dati e analisi nel campo dello spettacolo, la quale ha condotto tali ricerche in una nuova partnership annunciata lo scorso autunno. Tale studio, lanciato nel 2021, continua a far luce sulle questioni relative alla discriminazione di genere, ai pregiudizi e alle disuguaglianze all’ interno dell’industria musicale in tutte le categorie professionali, dagli artisti ai produttori, dai manager ai dirigenti.

L’edizione 2023 è la più ampia, con oltre 1.500 membri dell’industria musicale intervistati, e comprende i feedback di partecipanti rappresentativi di ben 109 Paesi in totale. Basandosi sulle tendenze e sui dati identificati nelle ultime due edizioni, lo studio BE THE CHANGE: Parità di Genere 2023 presenta e quantifica una miriade di problemi che i professionisti del settore musicale e gli artisti di tutto il mondo si trovano ad affrontare, tra cui la discriminazione di genere e le molestie sessuali sul posto di lavoro, la necessità di cambiare le pratiche di assunzione in tutti i settori della musica, la continua preparazione dei dipendenti su come affrontare tali situazioni e la richiesta di diversificare le line-up degli artisti negli eventidal vivo. Inoltre, lo studio fornisce soluzioni concrete per favorire modifiche e sviluppi in tutto il settore, fornendo approfondimenti sulle esperienze e sulle percezioni di oltre un milione e mezzo di intervistati. I risultati principali dello studio di quest’anno sono riportati di seguito, mentre lo studio completo è disponibile per il download QUI.

Denis Ladegaillerie, CEO di Believe, ha affermato: “Lo sviluppo di un’industria musicale più diversificata ed equa è uno degli obiettivi principali della strategia Shaping Music for Good di Believe. Abbiamo sempre lavorato per sostenere l’uguaglianza di genere e faremo in modo che gli spunti forniti dallo studio Be The Change di quest’anno incoraggino un numero ancora maggiore di colleghi del settore a unirsi a noi per creare un’industria musicale più rispettosa, diversificata e trasparente per tutti”.

Parlando della continua crescita e dell’impatto di questa ricerca, Andreea Gleeson, CEO di TuneCore, ha detto in un comunicato: “La buona notizia è che BE THE CHANGE è giunto al suo terzo anno e abbiamo constatato l’impatto di questa ricerca. È stato menzionato dalle Nazioni Unite e ampiamente discusso dai creatori e dai dirigenti del settore. Ma ecco la brutta notizia: abbiamo bisogno di altri cambiamenti. Noi, come individui e come settore, dobbiamo ascoltare gli inviti all’azione e fare proprio questo: agire. Ogni piccolo cambiamento conta, se ognuno di noi fa qualcosa in modo diverso ogni giorno, settimana, mese, anno, vedremo un cambiamento radicale nel settore. Forza, andiamo!”.

In una dichiarazione congiunta, Helena Kosinski, Vicepresidente, Global di Luminate, e Matt Yazge, VP, Responsabile della Ricerca di Luminate, hanno aggiunto: “Man mano che il mondo della musica diventa sempre più globalmente connesso, i problemi che affrontiamo come settore aumentano collettivamente. La collaborazione con Believe e TuneCore per questo studio ci ha offerto un’importante opportunità di ricerca sui comportamenti e gli atteggiamenti di coloro che lavorano nel settore musicale. Il nostro obiettivo è quello di contribuire a creare un dialogo per un cambiamento indispensabile che abbia un impatto positivo sulla vita delle donne, dei professionisti della musica trans e non-binari in tutto il mondo”.

I Numeri dello studio “Be The Change”

Lo studio di quest’anno ha visto la partecipazione di professionisti del settore e di creatori provenienti da diverse estrazioni:

La rappresentanza a livello globale ha incluso partecipanti provenienti dall’Africa (11%), dall’Asia-Pacifico (15%), dall’Europa (27%), dall’America Latina e dai Caraibi (5%), dal Nord America (41%) e da altre località (1%)

  • Genere: Donne (45%), Uomini (49%), Non-binario (3%), Altri individui di genere più ampio (3%)
  • Età: Gen Z (20%), Millennials (49%), Gen X (23%), Boomers e oltre (8%) 
  • Settore di appartenenza: Creatore solista (34%), Creatore parte di un gruppo (14%), Distributore (13%), Musica dal vivo (13%), Etichetta discografica indipendente (11%), Gestione degli artisti (8%), Marketing / Branding / PR (7%), Tecnologia musicale (7%), Social Media (7%), Altro (Servizi commerciali, Etichetta discografica principale, Editore/PRO, DSP, Ente commerciale / Organizzazione del settore, Radio, Sync, Agenzia di talenti) (5% o meno) 

Tra i risultati più significativi dello studio di quest’anno troviamo: 

  • Il 34% delle donne che lavorano nel settore musicale e che hanno partecipato allo studio di quest’anno ha riferito di aver subito molestie sessuali o abusi sul lavoro.
  • Questo numero sale al 42% e 43% rispettivamente per gli individui trans e non binari; 
  • Il 53% dei professionisti e dei creatori del settore musicale che hanno risposto concorda sul fatto che gli uomini sono pagati di più rispetto agli altri nel settore; 
  • Il 66% dei professionisti e dei creatori dell’industria musicale che hanno risposto (basandosi sul totale degli intervistati che sono associati al mondo della musica) desidera vedere un maggior numero di donne e di individui di genere ampio in posizioni di potere all’interno dell’industria; 
  • I professionisti e i creatori del settore in Africa (38%), nella regione Asia-Pacifico (42%) e in America Latina e Caraibi (44%) sono meno propensi a considerare la discriminazione di genere nel settore musicale come un problema; i professionisti e i creatori del settore in Europa (59%) e in Nord America (68%) sono più propensi a considerare la discriminazione di genere nel settore musicale come un problema; 
  • Gli artisti appartenenti alle minoranze che hanno risposto hanno circa il 70% di probabilità in più di aver subito molestie online o commenti astiosi sui social media;
  • Mentre la maggior parte dei professionisti del settore e degli artisti che hanno risposto afferma di aver sofferto di problemi psicologici da quando è entrata nel settore (62%), le donne (76%), gli individui non binari (89%) e trans (82%) ne sono colpiti in maniera sproporzionata.

Il nuovo studio contiene anche una prefazione di JoJo, cantautrice pluripremiata ai Grammy Award. Lo studio include anche osservazioni e approfondimenti di Lzzy Hale, leader del gruppo rock Halestorm al primo posto delle classifiche, e dell’artista e attivista di fama mondiale Jessica Betts, oltre che di un gruppo di artisti di Believe e TuneCore, tra cui la canadese Alysha Brilla, la messicana Erika Vidrio, l’italiana Beatrice Dellacasa e l’indiana Shalmali Kholgade, che raccontano le loro esperienze personali di fronte alla disuguaglianza di genere e all’iniquità del settore. 

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