
L’Elettrogruppogeno è una banda di scienziati e robot provenienti dal 2099. Ognuno dei componenti ha però assunto un’identità compatibile per semplificare il processo d’integrazione fra gli indigeni dell’attuale timeline: proprio per questo il track by track verrà oggi condotto da Andrea, identità di copertura del temerario leader della band “Andrefuoco”.
Track By Track “Elettrogruppogeno”
LA MIA RAGAZZA È UNA NERD
“La mia ragazza è una nerd” è l’introduzione perfetta per entrare nel mondo dell’Elettrogruppogeno e non abbiamo mai avuto dubbi sulla sua posizione all’interno della tracklist. Il pezzo è stato scritto abbastanza ingenuamente come dedica alla ragazza dei sogni (che al tempo non esisteva, ma che si è poi profeticamente materializzata, N.d.A.), con la quale condividere le proprie passioni senza remore. Il testo, sviluppando varie situazioni amorose della coppia con un pizzico d’ironia e citando al tempo stesso diversi pilastri della nostra formazione filmica e videoludica, dipinge l’immagine di una donna sì nerd, ma anche affermata e provocante. L’obiettivo ultimo è infatti quello di sovvertire gli stereotipi principali affibbiati alla categoria dei “nerd”: il fatto che sia un popolo di maschi, di sfigati ed emarginati.
BONUS: per rappresentare al meglio la nostra idea abbiamo anche realizzato il videogame omonimo della canzone, nella quale la ragazza nerd deve salvare il suo principino! Si può giocare qui: https://zilpio-gaming.itch.io/la-mia-ragazza-una-nerd
MEKKANIKO
L’album procede continuando il discorso sul ribaltamento degli stereotipi, solo che in questo caso si concentra sul genere maschile. “Mekkaniko” infatti ironizza sul diffusissimo stereotipo di genere secondo il quale essere maschio ti conferisce una certa aura di competenza e autorità nell’ambito dei motori, del calcio e dei lavori manuali in generale. Questo è sicuramente il pezzo più autobiografico che ho scritto, dove ho provato a far trasparire la rabbia e l’inadeguatezza che si prova nel non essere portato per una cosa su cui tutti hanno invece aspettative nei tuoi confronti. Detto questo però, la stima che nutro verso le persone che hanno attaccato almeno una mensola nella loro vita è alle stelle, per non parlare poi degli ingegneri meccanici, categoria che diventerà padrona del mondo fra pochissimi anni.
SUDOCOCA
Questo pezzo è nato come una sfida fra amici: chi poteva mai pensare di cantare una cosa come “il tuo sudore è cocaina”? Abbiamo provato quindi per una volta ad abbandonarci completamente al flusso creativo e a lasciar lavorare esclusivamente la parte destra del cervello, mentre cercavamo di rappresentare un rapporto sessuale nei dettagli più repellenti che ci venivano in mente (grazie anche a te, parte sinistra del cervello). Quello che è venuto fuori ci è piaciuto talmente tanto che abbiamo deciso di includerlo nell’album, anche se ha atmosfere decisamente più dark ed elettroniche rispetto al resto, ma l’Elettrogruppogeno è anche questo e siamo felicissimi di poterlo dimostrare con questa traccia.
BONUS: abbiamo realizzato un “fumetto animato allucinato” come videoclip del pezzo, cercando di ricreare il lirismo lovecraftiano che pervade il pezzo sotto forma di immagini.
INSTADIVA
L’ispirazione per “Instadiva” mi è venuta in un momento in cui passavo diverso tempo su un famoso social chiamato… rullo di tamburi… Twitter! Scherzo. Ovviamente era Instagram. Comunque, viene narrata la storia di un amore platonico fra un’influencer e un suo follower, che studia la sua diva nei minimi dettagli e farebbe di tutto per incontrarla e avere una chance di stare con lei. Ma l’illusione che lei sia alla sua portata viene meno durante un improvviso momento di realizzazione: “non potresti accontentarti di uno come me / con così pochi follower”. Una frase che potrebbe far ridere ma che è anche la verità: per lei, lui è solo un numero.
Il protagonista in quel momento capisce quindi che il suo status sociale (o meglio, “social”) e quello della sua amata sono così diversi che non potranno mai stare insieme. Se poi ha ragione a pensarla così oppure no, lo lasciamo decidere all’ascoltatore!
METACANZONE
Come posso parlare di un pezzo che parla di sé stesso? Parlando di come parlare di un pezzo che parla di sé stesso. Dovrei prima dire che in pratica è un corso di songwriting svolto in meno di tre minuti e soprattutto gratuito, e poi però dovrei dire che prende anche un po’ in giro i corsi di songwriting che ti insegnano come scrivere in meno di tre minuti. Dovrei dire che la particolarità di questa canzone, come quella di tutte le altre canzoni, è che il fulcro è proprio nel ritornello. Dovrei parlare più approfonditamente del ritornello e fare riferimento al sillogismo aristotelico che include, degno di Aristotele in persona: “tutti vogliono cantare il ritornello / cantare una canzone è bello / questa è una canzone!” Dovrei poi finire misteriosamente.
TUTTI ROCKSTAR
“Tutti rockstar” è il risultato di una ricetta che comprende molti ingredienti da mescolare in un frullatore dimensionale. Il primo ingrediente è lo spunto di riflessione che ha gettato le basi del pezzo, che è un esempio didattico di una lezione di teoria della probabilità: se prendi una scimmia e la metti per infinito tempo a battere tasti a caso su una macchina da scrivere, prima o poi, sicuramente, la vedrai scrivere la Divina Commedia. Il secondo ingrediente è la mia infinita stima per i miei idoli, i The Beatles, comprensivo però della realizzazione che anche loro sono persone normali (vanno in bagno!), o per lo meno lo sono state, e hanno vissuto prima del “successo” quello che viviamo noi artisti prima del “successo”, sempre che arrivi. Volevo dire che dentro ognuno di noi c’è una potenziale rockstar inespressa? Sì. Le spezie con cui abbiamo condito sono: un bel po’ di Rick&Morty, Rino Gaetano, i Green Day, Battiato, Bruno Mars e -soprattutto- la dissacrazione dei propri idoli.
BONUS: per il lancio abbiamo realizzato un videoclip interamente nel metaverso che somiglia molto a un multiverso realizzato in realtà virtuale!
GENETICA
L’argomento di “Genetica”, come si intuisce palesemente dal titolo, sono i colpi di fulmine. Volevamo raccontare che cosa si prova ad avere una cotta in età post-adolescenziale, ma nel farlo volevamo anche non adottare il solito linguaggio esoterico che guarda al cielo, alle stelle e ai fulmini come diretti responsabili dell’infatuazione, bensì il linguaggio scientifico che spiega -in effetti- quello che sta succedendo al nostro corpo in quella situazione. Oltre a effettuare quindi un breve ripasso di “Esplorando il corpo umano”, il linguaggio scientifico viene utilizzato anche per descrivere la propria crush, che in questo caso viene considerato non solo l’esemplare più bello degli esseri umani, ma anche “di tutto il regno animale” e “di tutti gli organismi pluricellulari”. Il mantra del ritornello ha un che di comico e sincero che rende questo il mio pezzo preferito dell’album.
MASCIUGO ALLUMIDO
Questo potrebbe sembrare il pezzo meno legato agli altri dal punto di vista tematico, perché racconta di una gita in Slovenia. Anche “Masciugo allumido” ha però la sua attitudine nerd, che risiede nel raccontare la sfiga con disinvoltura, anzi ridendoci sù. Questo è il primo pezzo che abbia mai scritto in assoluto, davanti a un lago con una chitarrina umidiccia in mano e che mi ha fatto capire che scrivere era una cosa che poteva piacermi. Lo trovo interessante dal punto di vista armonico perché esegue un giro maggiore Johnlennoniano fino a quando non inizia a cadere la prima goccia di pioggia: da quel momento in poi il pezzo ruota attorno a un giro minore (ma nella stessa tonalità) che appunto fa sì che il mood diventi leggermente più triste ma in modo subdolo. Recentemente è stato inoltre comprovato che venire a urlare “allumido” ai nostri concerti esorcizza il 100% delle tue sfighe, quindi ti consigliamo caldamente di venire a vederci dal vivo.