
Vivienne Westwood, stilista e provocatrice di moda per eccellenza, è morta a 81 anni a causa di una malattia vissuta lontano dai riflettori e dalle passerelle. Giocò un ruolo fondamentale nell’estetica punk dei primi anni ’70 in Inghilterra con i Sex Pistols, grazie al compagno Malcom McLaren, manager della band.
“Continuerò con Vivienne nel mio cuore – ha detto Andreas Kronthaler, marito e partner creativo della stilista -. Abbiamo lavorato fino alla fine e lei mi ha dato un sacco di cose con cui andare avanti. Grazie tesoro”. Nel comunicato che ne annuncia la morte si legge: “Il mondo ha bisogno di persone come Vivienne per cambiare in meglio. Lei che era stata la regina incontrastata della estetica del punk, gli ultimi tempi, si considerava una taoista”.

Il Negozio di Vivienne Westwood al 430 di King’s Road
Il punk nacque nel club CBGB di New York ma è nella Londra del ’68 che divenne grande. Nel 1971 una giovane Vivienne Westwood insieme al compagno Malcom McLaren, manager della band dei Sex Pistols, aprì il negozio che diventò la mecca della moda punk al 430 di King’s Road. La bottega cambiò nome e aspetto più volte: dal 1971 al 1975 si chiamò “Let it rock”, poi divenne “Sex” – momento in cui iniziarono a vendere t-shirt, accessori e oggetti legati all’immaginario punk -, dal 1976 al 1980 si chiamò “Seditionaries – Clothes for Heroes”.
Borchie, catene e pelle. Vestiti vicini anche al mondo fetish ma indossati con cattiveria e con un trucco pesante ispirato alla cultura dei Nativi d’America. Segno distintivo della moda punk è la spilla da balia: veniva indossata ovunque e in qualunque modo, sulle magliette, sulle canottiere e sui pantaloni. Il 26 novembre del 1977, quarantacinque anni fa, i Sex Pistols pubblicarono il loro primo singolo, “Anarchy In The UK” e tutto il mondo avrebbe conosciuto Vivienne Westwood.
Leggi anche: Morto Pelé a 82 anni: quando cantò insieme a Rodrigo Y Gabriela