
“Futuro Vintage” è il terzo album di inediti del cantautore romano Luca Cicinelli, in arte TheVerso, che spazia dall’indie-rock al britpop, dalla canzone italiana al pop-punk anni ’90, anticipato tra gli altri da “Diva”, “Tutto Può Succedere”, “Un Uomo Fantastico”. Dieci canzoni che rappresentano un ponte tra presente, passato e futuro lasciandosi «influenzare dall’attualità».
TheVerso si guarda indietro per migliorare quello che ancora deve venire, un’idea ben rappresentata sulla copertina di “Futuro Vintage” da un’astronauta sulla Luna che suona una chitarra acustica: un’immagine che, attraverso la forza della fantasia, fonde una dimensione ultra-moderna con una più tradizionale. «È importante andare lontano, ma anche ricordarci da dove siamo venuti».

In che periodo della vita di TheVerso sono nati i brani di “Futuro Vintage”?
Ciao e grazie dello spazio. Sono brani nati appena prima e durante la pandemia, periodo durante il quale sono cominciate le registrazioni del disco.
Il concept del disco è quello di guadarsi indietro per migliorare quello che deve ancora venire. Secondo te, musicalmente parlando, cosa deve ancora venire?
Bella domanda. Nessuno credo avrebbe potuto prevedere dieci anni fa che riprendere un certo sound anni ’80 avrebbe fatto fare un botto clamoroso a certi artisti indie pop, come nessuno poteva prevedere che oggi una band per certi versi molto “tradizionale” come i Maneskin potesse imporsi nelle playlist di tanti ragazzini. Il futuro spesso non è prevedibile, è una sorpresa, possiamo solo cercare di fare le scelte che riteniamo più opportune per “indirizzarlo”. Credo che l’importante per un cantautore sia seguire nel suo progetto la propria indole, ciò che ama davvero piuttosto che mettersi a inseguire mode passeggere per cercare di compiacere qualcun altro.
L’amore ritorna in molti brani. C’è una ragazza in particolare che ti ha ispirato? Chi è questa “Diva”?
La protagonista di “Diva” è ispirata a diverse persone che spadroneggiano sui social: è una sorta di instagrammer, o comunque una persona che riceve molti consensi su certe piattaforme. Per quanto riguarda l’amore penso sia una tematica ricorrente non solo nei miei brani ma nella musica in generale. Le mie canzoni di solito sono sempre un mix di fantasie e di vita vissuta, magari alcune sono più “fantasiose” e altre più autobiografiche, per cui anche persone che conosco possono essere un’ispirazione. Nello specifico preferisco lasciare un velo di mistero.
Ne “L’Universo” citi gli Oasis (“una Supernova di champagne”). A parte i fratelli Gallagher, quali artisti hanno maggiormente ispirato la musica di TheVerso?
In quel brano c’è anche una semi-citazione di un brano di un altro gruppo a me molto caro, gli Smiths. Mi piacciono molto i grandi classici come Beatles, Rolling Stones e David Bowie oltre al britpop e al pop-rock anni ’90. Oltre che degli Oasis (il mio gruppo preferito) sto parlando di gruppi come R.E.M., The Verve, The Cranberries, Green Day, Pulp, Placebo. La mia idea nei brani di questo disco è stata quella di mescolare un po’ la musica pop-rock anni 90 inglese/americana con l’indie pop contemporaneo e con la canzone italiana in generale.
L’astronauta con la chitarra in copertina, seduto sulla Luna, è un’immagine naif che fonde una dimensione ultra-moderna con una più tradizionale. Come nasce l’idea dell’immagine?
Volevo una copertina che fondesse appunto la tradizione e il moderno, che rispecchiasse in un certo senso anche il titolo “Futuro Vintage” dell’album. Per questo ho pensato che l’astronauta che suona la chitarra fosse un’immagine adatta, anche perché la musica che faccio è spesso “chitarristica” ma vuole comunque essere moderna. Poi c’è anche da dire che nel video de “L’Universo” (brano contenuto nel disco) indosso un casco da astronauta per cui ho pensato che avesse senso creare una continuità e utilizzare nella copertina una figura che richiamasse anche il videoclip.
“Romantica” e “Uomo Fantastico” strizzano l’occhio alle atmosfere punk ma mi riportano alla mente anche alcune atmosfere da film anni ’70. In conclusione mi viene da chiederti: tu sei più uomo del futuro o uomo vintage?
Nessuna delle due cose, credo di essere un uomo del presente. Però nel futuro le cose che amo le porterei volentieri, aldilà di quanto “vecchie” o “nuove” siano, perché credo che le cose davvero belle il tempo lo fregano.
