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Roberto Roversi, 10 anni senza il paroliere di Lucio Dalla: gli inediti vivono nella musica degli Zois

Il 14 settembre 2012 moriva Roberto Roversi, lo storico paroliere di Lucio Dalla, scomparso pochi mesi prima. Ora, a 10 anni dalla sua morte, i suoi inediti – “Testi Per Dalla” – prendono vita nella musica degli Zois e “Operaia Casalinga Contadina” è il primo tassello di questo progetto.

Ad affiancare gli Zois ci sono Ivano Zanotti (alle batterie) e Giacomo Fiorenza (42 Records) per un connubio artistico nato dalla volontà di Antonio Bagnoli, nipote di Roberto Roversi, che, dopo aver conosciuto gli Zois, decide di affidar loro un quaderno di testi inediti da musicare.

“Dentro riconosciamo i testi di alcune canzoni e altre poesie che non riusciamo ad associare a nessun disco. Forse Dalla le ha ricevute, ma non le ha mai trasformate in canzoni? O forse sono state scritte quando la collaborazione tra di loro era già stata interrotta? Quel che è certo è che dalla fine degli anni 70, quei testi scritti per Dalla non sono mai più usciti da quella stanza, non sono mai state musicati, non sono mai stati pubblicati, sono rimasti lì ad aspettare”Zois

Parlando della scelta di affidare questi brani agli Zois, Antonio Bagnoli commenta:

Per musicare i testi di Roversi occorrono artisti dotati di una sensibilità particolare: troppo complesse le parole per cercare melodie semplici e troppo inusuale la forma delle canzoni, senza strofe né ritornelli. Musicare Roversi è come scalare l’Everest senza bombole in pieno inverno: occorre coraggio, talento e incoscienza. Gli Zois hanno raccolto la sfida, e vi offrono il loro lavoro. Non sono canzoni che possono lasciare indifferenti, e questo è davvero il loro merito più grande. Alla fine, come diceva Roversi, applaudite o fischiate.”

Il progetto viene realizzato negli studi Fonoprint di Bologna, studi dove Dalla ha creato gran parte del suo repertorio. La sfida di musicare i testi senza modificarli viene accolta dagli Zois con grande entusiasmo per un vero e proprio viaggio: “La lezione che abbiamo appreso da Dalla è stata quella di mettere prima di tutto la musica al servizio della poesia di Roversi, senza rinunciare ad una sperimentazione estrema, senza freni. Siamo partiti imbracciando i soliti strumenti, ma ci siamo subito resi conto che serviva un approccio diverso e nuovo rispetto al solito. I testi, pur essendo antichi, erano modernissimi e attuali e ci siamo resi conto che la soluzione migliore era immergerli nel presente attraverso il suono. Dovevamo cercare un sound modernissimo e attuale, elettronico, industriale, cinematografico, futurista. La sensazione è che l’energia creativa di quelle poesie non si esaurisca mai.”

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