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Nicedays, l’EP di debutto è “Glicine” – Track By Track

“Glicine” è il disco di debutto del progetto nicedays: pop dalla venature urban e lo-fi direttamente dalla pianura padana, alter ego di Nathan Schinocca. Nel disco c’è l’esigenza di affrontare concettualmente le tensioni che nascono dalla coesistenza fra passato, presente e futuro. L’armonia fra questi 3 elementi è il concept stesso dell’EP.

A volte si rimane incastrati nei “what if” delle scelte passate, viziate dal senno di poi presente. Allo stesso tempo la struttura della società pone le persone giovani in una posizione di infelicità verso il futuro. La soluzione, almeno secondo nicedays, si trova nella complicata azione di tornare al presente per vivere, prendere in mano le proprie possibilità con la consapevolezza di aver agito verso la connaturata esigenza di essere felici.

Track By Track

Il mondo va veloce
“il mondo va veloce e noi sopra di lui siamo dipendenti senza droga”. un po’ allarmistico ma, se visto dalla giusta prospettiva, significa solo take it easy coi problemi che tanto tutto scorre, senza scomodare la filosofia. È una traccia che parla del rapporto con sé stessi, infatti la metafora su cui poggia è io-grande che guardo un disegno fatto da io-piccolo e mi accorgo che quello che vedo è molto meno figo e ispirato della mia controparte. torniamo bambini e creativi ogni tanto se no diventiamo dei robottini.

Canzo/paure
“il treno era vuoto ma sapevo qual era il mio posto”. cercare di sapere quale sia il proprio posto nel mondo. o se il mondo è troppo, almeno sui treni che usiamo ogni giorno. una canzone che ho scritto andando a trovare un mio amico a canzo. c’è un giochetto simpatico nel testo: si parte con “avevo bisogno” e “avrei bisogno” e si finisce con “non ho più bisogno”. un po’ per esorcizzare le scusanti che mettiamo davanti all’affrontare la vita. 

Dei pianeti
“noi siamo così vicini, siamo così lontani, come dei pianeti”. be’ questa è l’unica canzone d’amore che ho scritto. e l’ho scritta per la mia ex. ironicamente, anche adesso siamo molto vicini, seppur molto lontani. non mi piace scrivere d’amore, è veramente troppo facile imho, però quella ragazza se la meritava davvero una canzone. a mio parere, è la più interessante del disco, siccome parte in una maniera e subisce una costante evoluzione. anzi, visto che parliamo di pianeti, una rivoluzione.

Feng shui
“non c’entro niente con quel brutto anatroccolo”. feng shui prende ispirazione dal basso ventre della mia adolescenza. è il classico periodo in cui non si viene compresi. mi capitava sovente di fumarmi le bombette e sognare di scappare di casa. nel testo poi si fa riferimento ad un genitore che sta più attento alla disposizione dei mobili che all’umore del proprio figlio. ho spiegato più volte a mia mamma che non è riferito a lei ma ho paura non mi creda ahah

Damalpensa
“come mi sento? sul lungomare sparso, come il vento”. va bene forse questa è la più deprimente, ma io mi concentro sempre sui messaggi di più o meno speranza che riesco a lasciare nelle code dei testi. qua passato presente e futuro si trovano a coesistere in un testo che continua a passare da uno scenario all’altro. i dubbi, i ripensamenti, alla fine lasciano spazio alla consapevolezza che ogni momento che abbiamo vissuto, lo abbiamo vissuto per come potevamo farlo. non un grande fan del senno di poi.

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