
“Dancing Sadness” è l’EP di debutto di Alice Robber per Radar label e management, anticipato dai singoli “Addiction” e “Keep On Dancing”. Il lavoro nasce dall’esigenza della cantautrice di liberarsi dal dolore e rappresenta un viaggio attraverso le sue emozioni.
Nei sei brani dell’EP si passa dal dolore fisico a quello mentale, dalla mancanza di una persona amata all’immobilità data dai pensieri più bui. Oltre alla musica però la grande forza di Alice Pistoia è la danza che studia sin da piccola: il movimento vince sulla staticità e sulla profondità della depressione.
<<Un invito a ballare via la tristezza – commenta l’artista – un inno alla forza interiore, alla capacità di reagire alle sensazioni più struggenti>> fino a sentirsi catapultati in una festa in cui la disco music e le coreografie danno spazio <<alla leggerezza d’animo>>.
Alice Robber si esibirà venerdì 29 aprile all’Alcazar di Roma, venerdì 20 maggio all’Auditorium Parco della Musica (Roma) per il Retape festival e domenica 22 maggio all’Apollo di Milano in apertura a Ms Nina. Info su radarconcerti.com
Ecco l’intervista ad Alice Robber!

Ciao Alice! Come stai?
Tutto bene, sono stanca ma bene. Mi sto preparando ai concerti.
Come mai hai chiamato il tuo primo EP “Dancing Sadness”?
Il titolo è preso da una frase di “Fever”, canzone che è all’interno dell’EP: “Sadness looks better when you’re dancing” cioè “la tristezza appare migliore quando danzi”. Per me la danza è sempre stata uno sfogo, un tirare fuori le emozioni, negative o positive. Sicuramente una delle cose che faccio quando mi sento triste è mettere la musica a palla e ballare che è una cosa che fanno tanti. La musica è un veicolo per buttare fuori tante cose. Visto che l’elemento della danza è presente nell’EP insieme a quello della malinconia nei testi, mi è sembrato giusto rappresentare il titolo del mio EP con queste due parole.
Da quando studi danza?
Praticamente da sempre. Ho iniziato all’asilo poi però ho smesso e ho ricominciato da poco, da un anno.
Come mai avevi smesso?
Avevo smesso perché mi ero affezionata più alla musica. In realtà ho sempre voluto fare la ballerina poi non so per quale motivo ho iniziato a scrivere e da lì mi sono appassionata al canto e alla musica e ho seguito quella strada. Crescendo mi sono chiesta: perché non unire queste due cose?
Credi che il periodo di pandemia ti abbia aiutato a riprendere la danza oppure è un pensiero che già avevi prima?
Si tratta di un pensiero che ho sempre avuto però non ho mai avuto il coraggio di perseguirlo. Pensavo “forse è troppo”, “chissà gli altri cosa penseranno”. Perché ho sempre visto la danza associata alla musica come qualcosa che può fare solo una popstar, chi è già ai livelli di Beyoncé…però ora ho deciso di farlo e poi il resto si vedrà. Nel periodo della pandemia ho pensato sempre più cosa volessi esprimere con la mia musica e mi sono resa conto di quanto la danza fosse essenziale per esprimermi.
Classica o moderna?
Le ho studiate tutte: danza classica, contemporanea e moderna. Sul palco però è una danza più moderna. Dal vivo con me ci sono quattro ballerine, loro vengono dall’hip hop, quindi siamo due mondi diversi. Sciogliermi e arrivare a una danza più fisica è una sfida, mi alleno giorno dopo giorno. Sono una persona che si critica molto ma quando sto sul palco l’energia delle persone mi aiuta a lasciarmi andare.
La danza è quindi la tua “Addiction”? Di cosa parla la canzone?
“Addiction” parte da una mia insicurezza, dal mio bisogno di avere sempre conferme all’esterno per sentirmi valida, del giudizio degli altri. La sfida è stata quella di non farmi fuorviare da quello che gli altri pensano di me.

“Endless” mi sembra il ricordo di un amore. Ti va di raccontarmi qualcosa?
La canzone parla di un amore, finito ma anche non finito. Mi piace che le persone la interpretino poi come meglio credono. Per me parla proprio di un amore finito che però dentro di me rimane infinito. Un sentimento molto forte che però non si spegne mai. Quando uno ama veramente una persona c’è sempre quel sentimento che secondo me non muore. Io sono molto malinconica, voglio sempre ricordarmi tutto. “Endless” è la canzone più intima, sono curiosa di suonarla live, non vedo l’ora.
“Dancing Sadness” si muove tra synth-pop, la disco music, pop e french touch. Come sono nati i suoni dell’EP?
Quando ho scritto alcuni brani non avevo la più pallida idea di come potessero suonare. Ad esempio “Keep On Dancing” ho iniziato a scriverlo a 18 anni ed era un altro brano, l’ho ripreso dopo tanto tempo e l’ho trasformato; anche “Endless” l’ho sempre immaginato piano e voce e poi con i miei produttori l’abbiamo trasformato in qualcosa di più electro-pop. “Fever” e “Addiction” avevo già in mente come dovevano suonare. I miei produttori mi hanno guidato verso un sound più definito e sono contentissima del risultato finale.
Sulla copertina di “Dancing Sadness” ci sono quattro versioni di te: una è nel poster, un’altra è in versione danza, un’altra ancora è una te casalinga e l’ultima in top e jeans. Come nasce l’idea della copertina?
All’inizio nella cover immaginavo tante cose diverse e poi con Michela, che cura la direzione artistica del progetto, ho pensato di unire le varie versioni di me. La me in primo piano è quella casual, che sta per uscire, poi c’è la me ballerina e poi quella seduta, che è la mia versione più intima, io a casa che scrivo canzoni; e poi c’è la me nel poster che è la popstar. Sono tutti lati che mi rappresentano.
Come ti stai preparando ai concerti? Chi c’è con te sul palco?
Sul palco ci sono io e le quattro ballerine. Non ci sono musicisti, io suono. Vuoi i musicisti o le ballerine? Mi sono ritrovata davanti questa scelta e ho scelto le ballerine per il semplice fatto che quello che voglio portare nei miei live è una festa. In questo tour ho deciso di portarmi solo loro per coinvolgere di più il pubblico come in una festa, per me “Dancing Sadness” è una festa. Poi si può anche piangere, come in tutte le feste, che è poi il senso di “Dancing Sadness”. Spero che il pubblico evada dalle proprie vite, dai propri pensieri e si diverta. Dopo il periodo che abbiamo vissuto ci vuole un po’ di leggerezza.
Sarai in tour anche in estate?
Sì, presto avrete news.

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