
“Conoscete Nietzsche? Io l’ho conosciuto, nel 1984, a Venezia”
Emidio Clementi, il sovversivo cantante e mente dei Massimo Volume, è ancora oggi una delle personalità musicali ed umane più importanti nella musica italiana.
Trenta anni fa la formazione, poi lo scioglimento nel 2002 e la reunion nel 2008. Una “pausa” lunga 6 anni che ha rifocillato Clementi, Burattini e Sommacal, una nuova vita espressa non a livello musicale – lo spoken word continua a vivere anche nei nuovi album – ma per intensità e gioia di vivere sui palchi.
Sei anni dopo l’autarchico “Aspettando I Barbari”, la formazione bolognese è tornata on the road con il nuovo disco “Il Nuotatore” – uno dei migliori album del 2019 – e dopo la presentazione nei teatri e in estate insieme ai Giardini Di Mirò: stavolta i luoghi dei misfatti sono i club.
Nella loro discesa romana il quartetto emiliano arriva al Monk e promette di ritornare presto (magari in estate?) per riabbracciare un così caldo pubblico mentre Pippo Civati si approccia al cambiamento climatico leggendo Jonathan Franzen nell’altra sala.
Amarcord (“mi ricordo” – dal bolognese “a m’arcord”), non Fellini ma un ritorno, seppur breve, al profondo rosso della bandiera falce e martello mentre Hammamet spopola al cinema e un diario, pubblicato da Alberto Spiri, ricorda l’ultimo leader socialista, tra odio e amore.
Una sintesi del socialismo e di quelli che negli ’80 furono i CCCP e poi i CSI, Clementi confronta il vecchio con il nuovo, “Stanze” con “Il Nuotatore” – la scaletta si fonda prettamente sui due dischi – per un continuo ritorno di fiamma, un ‘amarcord’ senza sosta.
SCALETTA
- Ronald, Tomas e io
- Fausto
- Le nostre ore contate
- Una voce a Orlando
- Amica prudenza
- Nostra Signora del caso
- Fred
- La ditta di acqua minerale
- L’ultima notte del mondo
- Il nuotatore
- Mia madre & la morte del gen. Josè Sanjurjo
- La bellezza violata
- Stanze
- In nome di Dio
- Alessandro
- Vedute dallo spazio
- Ororo
- Litio
- Il primo dio
- La cena
- Dopo che
- Fuoco fatuo