EDITORS: la recensione di “Violence” (2018)

NOME

Editors

GENERE

Indie/Rock/Elettronica

ESORDIO

The Back Room (2005)

ULTIMO ALBUM

Violence (2018)

COPERTINA

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ELENCO CANZONI

Cold
Hallelujah (So Low)
Violence
Darkness at The Door
Nothingness
Magazine
No Sound but The Wind
Counting Spooks
Belong

VIDEO/SINGOLI DALL’ALBUM

 

PUNTO DI VISTA

 

Gli Editors escono dal loro sogno del 2015 e si caricano di violenza per prepararsi al nuovo ciclo.

Tom Smith e compagni indossano una nuova muta che li rende agili nel loro nuovo mondo musicale. Gli Editors non solo sono editori ma ogni volta sono anche e soprattutto architetti e muratori del disco che decidono di costruire canzone dopo canzone. La band di The Back Room (2005) non esiste più e probabilmente non esisterà mai più, le velleità sonore della band di Stafford cambiano di prodotto in prodotto: si passa dall’indie al pop più puro di An End Has A Start per poi virare al synth pop e all’elettronica.

Oggi gli Editors sembrano aver trovato la loro dimensione ideale, un Oceano di suoni, luci e colori in cui andare a pesca del riff perfetto e miscelarlo con la non-più-così-greve tonalità di voce cui invece ci aveva abituato Tom nei primi anni. Un album uscito fuori dai polmoni e dai polpastrelli con violenza, quella violenza di chi vuole scappare da una gabbia da quelle riviste musicali e di spettacolo che hanno rinchiuso per molto tempo i cinque inglesini.

Purezza e durezza si uniscono, creando un diamante grezzo dalla potenza evocativa micidiale. Per troppo a lungo Tom, cantante e mente delle molte facce della band si è caricato sulle spalle la responsabilità di ogni nuova uscita: stavolta è la stessa band a sgravarlo dall’impegno, lo fa riposare e condisce le 9 tracce di Violence come un perfetto piatto di nouvelle cuisine. 

Violence è la rabbia incanalata con l’obiettivo di scoppiare al momento giusto senza fare danni ma lanciare nell’aria tempestosa degli ultimi dischi degli Editors coriandoli viola chiaro. Tom Smith impara a portare il fuoco e ad ascoltare il vento (“Help me Carry The Fire” No Sound But The Wind). Il clima violento e sbarazzino delle prime tracce però si chiude con un esame di coscienza e un ritorno al bosco dark dei primi dischi: Counting Spooks e Belong riescono a rimettere in catene gli Editors reprimendo tuttavia la rabbia e la violenza prima espressa.

Fuori e dentro la gabbia.

Voto: 7

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